sabato 27 ottobre 2007

Osservazioni all'alba.

Succede, rare volte, che io non mi senta in diritto di osservare le vite dei mortali. Mi sfiora una sgradevole sensazione di sopruso e la voglia strisciante di distogliere gli occhi dai loro cammini tenta di penetrare le mie difese. Tuttavia non accade mai, nè potrebbe. Io sono Sguardo Oltrenube e questo è il mio ruolo nell'universo. Quanto a loro, strisciano sul mondo pressochè inconsapevoli di quel che li circonda, spesso anche di se stessi, ma in alcuni è possibile scorgere una scintilla di speranza e di grandezza.
Fiammelle tremolanti si accendono ogni giorno, ogni giorno per lo più si spengono.

I viandanti di questo particolare sentiero mi divertono, questi "Sussurri di guerra", un nome appropriato. Come i sussurri celano per quanto possono il loro segreto, come i sussurri sono ancora lievi e deboli, tramano con pazienza, anelano a divenire assordanti grida, sperano che un grande coro si unisca presto a loro.

Li osservo adesso, penetrare nelle viscere della roccia alla ricerca di un solo uomo, scoprire che non uno è il nemico che vi troveranno, nè certo un uomo. Leggo nei loro pensieri il dubbio dell'errore, l'ansia della scelta, il terrore di avere sbagliato strada, di essersi smarriti a causa di un'interpretazione inesatta. In alcuni alberga un tarlo ben più sottile e malefico. Tanta fatica per un oggetto apparentemente inutile, stupido frutto scolpito, e per un uomo che non conoscono.

Ammiro ed insieme compatisco gli uomini. Agiscono pur senza conoscere la verità, pur non avendo il dono di vedere oltre le maschere, al di là dei volti e dentro il fondo degli occhi. Hanno questa cosa chiamata fiducia, difendono i loro sogni pur non avendo idea precisa della loro natura, lottano per scopi che non hanno ben chiari. Quelle rare volte di cui dicevo, un altro desiderio visita fuggevolmente i miei pensieri: quello di svelare loro come stiano realmente le cose, informarli di quali sussurri vengano tessuti dai loro nemici, dire loro cosa fare, poichè io non posso sottrarmi alla verità delle cose. Ma questo è ciò che farebbe un dio, e gli dei stessi sono solo uno dei protagonisti del dramma che osservo. Limitati nella loro scienza, essi agiscono. Io non sono un dio, sono lo Sguardo Oltre la nube. Non agisco, osservo. E continuerò a lungo.

martedì 16 ottobre 2007

Skid il Verme

Parla Lieve:

Carta gialla, macchiata di terra e dell’impronta di polvere e sangue delle nostre dita sporche, quale altra traccia t’aspetti che lasci sulla tua grana grossa? Cosa scriverà la cantastorie con la sua penna di corvo, schivando l’ombra mobile di questo fuoco che muore?
Saranno versi saturi del fumo dei bivacchi o risonanti come scudi del clangor della battaglia, saran parole vive o stanche o sciocche capriole del pensiero per farsi beffe della verità?
Macchè, niente di questo temo: niente versi per Lieve stasera, in questo tempo che non ha eroi, perchè tutti lo sono; niente versi per le nostre mani fredde e le mie labbra già spaccate dal vento dell’autunno, per il bosco alle nostre spalle e per la gola di roccia, la Gola dei Passeri, che fa da teatro al nostro inseguimento. Lo prenderemo il mago? Lo prenderemo l’unico superstite nemico del nostro primo, schifoso combattimento assieme e per la Resistenza?
Dobbiamo prenderlo, perchè ha visto in faccia Millepiedi. L’abbiamo visto in faccia tutti, scoprendo un viso che già conoscevamo: Skid, Skid il Verme. Skid il Verme, l’esattore delle tasse, Skid il Verme con il manto di visone, Skid il Verme a cui la gente, quando può, sputa nel piatto e lui che lavora per noi, da quando è cominciato tutto. Skid il Verme è un infiltrato della resistenza e l’uomo che due notti fa ci ha battezzati, in una stanza teatralmente buia tra gli intricati corridoi sotto la taverna di Aram il Bue, nascosto in un mantello e nella maschera che ora indossiamo tutti noi, ma che lui non porta più. E’ andata in pezzi durante lo scontro, la maschera di Millepiedi, spaccata a metà da una freccia, gli scacchi irregolari rossi e neri che per un momento si mischiano gli uni negli altri, nella luce magica del pugnale di Teleute. Gli ha salvato la faccia, ma non l’identità e con quel che dev’essere costato a quest’uomo mantenere la sua copertura di viscido servo del nemico in mezzo al disprezzo di tutti, forse avrebbe preferito un volto sfigurato. L’avevo preso in giro, quella sera alla locanda, io che fino all’altro ieri non ho saputo far altro per la mia gente che stordirla ed impedirle di pensare, ricevendone in cambio soldi, vino e acclamazioni. Perdonami Skid, adesso andiamo a prenderti il fuggiasco e a cavargli quel che ha visto direttamente via dagli occhi. Ci hai trattato come fossimo bambini l’altra notte, la voce impostata un pò da vecchio saggio e come un padre ci hai persino dato un nome. Ci hai parlato della fiducia che, senza garanzie, eravamo costretti a riversare in te, del guaio in cui ci eravamo cacciati e di come non ci fosse marmellata da rubare. Hai provato a farci un po' paura e magari ci sei pure riuscito, ma hai sbagliato se pensavi che un tremito sfuggisse alla ragazzina fragile figlia del bibliotecario, che il druido si piegasse sotto il peso della pietra dei cunicoli o che la cantastorie non fosse pronta a piangere. Forse siamo ingenui, inesperti di sicuro, ma ne abbiamo viste abbastanza per non essere bambini. Ci abbiamo pensato molto forte molto a lungo e alla locanda di Arhman il Bue, mentre i carboni si spegnevano del tutto in fondo al focolare, sapevamo che cosa stavamo per fare, come ora lo sappiamo. Sono disposta a rovinarmi le dita e la voce, imparerò a sopportare l’odio degli amici, se servirà, come ha fatto Skid il Verme, per smetterla di trascinarmi in questo mondo massacrato, per dare un contributo, seppur misero, a questa lotta appena nata, per riportare alla mia gente, a tutte le genti, un sovrano che le nutra e le protegga, perchè adesso c’è qualcosa in cui credere e per cui combattere.

venerdì 12 ottobre 2007

Strade...

Parla Limahar:

...Melennor, una città con così tanto potenziale che tutte le volte che la guardo camminando per le vie mi si stringe il cuore.
Orfani corrono per le strade lastricate. Mi sfrecciano accanto inseguiti da grassi commercianti intenti a proteggere la propria mercanzia appena sottratta. Stranieri armati girano per strada facendosi chiamare guardia cittadina. Pustole. Sono solo un'altra pustola sulla pancia grassa di una terra che merita di più.
Io sono Limahar dei Butar-Na-Seil. Molti in città mi conoscono solo come Li, e non sono pochi; disgraziati, poveri, artigiani e carpentieri che la sera passano all'affollata taverna di Arman il Bue a farsi un goccetto o per annegare i dispiaceri nei boccali e gli alcolici che Arman dispensa a un prezzo onesto.
Questa sera di gente ce n'è, e tra questi alcuni anche fin troppo carichi di malumore, stizza e odio contro il "dittatore", così alcuni lo chiamano, il "tiranno" o l'usurpatore!
Da quando i Lestat se ne sono andati qui dicono tutto sia peggiorato, ma io non posso saperlo, io arrivo da fuori dai monti, dove sorge il monastero di Montecavo, ma anche questa è un'informazione che pochi conoscono, o meglio, che a pochi interessa.
Faccio un segno ad Antar, il grosso ragazzotto che si occupa di sedare le risse, ci conosciamo da un bel po', forse è quello che conosco meglio di tutti tra Noi. Sa come raffreddare gli animi. Lo fa molto bene, a volte con troppo impeto, ma non vuole che il locale si rovini.
Arman ci ospita ad entrambi, e se serve offre un posto anche agli altri.
Già gli altri. Mir e Komier, un nano e un umano che lavorano dal fabbro. Teleute, una giovane elfa amante dei libri. Lieve, una donna, un bardo. E Aleza, una druida.
Noi siamo alcuni di quei pochi che si sono imposti di raddrizzare i torti e sistemare il tutto...o almeno di provarci.
Questa sera ci siamo tutti e sei Noi. Perchè proprio questa sera? Perchè questa sera tutto avrà inizio. La serata prosegue come sempre, gente che và, gente che viene, gente che fa chiasso, ma ne io ne Antar siamo costretti ad intervenire.
Poi arriva Skid. Skid il verme. L’unico funzionario regio che non si è dimesso dopo l'usurpazione del trono. La gente lo odia.
Arman lo unge, lo tratta bene, sa che tenerselo buono è sempre un bene. Non tutti sono così lungimiranti.
Antar non ha nemmeno bisogno di avvertimenti, continua a tenere sott'occhio tutti i clienti del locale, io inoltre annacquo un po' le bevande. Non voglio che Arman ci vada di mezzo.
Anche questa passa, non senza qualche botta e qualche rimprovero.
Poi quando il locale è vuoto, Antar ci porta da colui che dovrebbe dirci cosa fare.
Ci dà un nome "Sussurri di Guerra" e ci dà una prima missione.
Il ritrovo è alla vecchia torre di osservazione, da li poi sta a noi e alle indicazioni di Millepiedi, il nome in codice del nostro contatto.
La strada è davanti a noi...vedremo dove i nostri passi ci porteranno...

Un' altra tacca

Parla Mir:

...Pensieri. Il calore materno della fucina rimane soltanto un pensiero. Il respiro corto e il pulsare del sangue mi riportano in un attimo alla realtà: i miei compagni feriti attorno ed i corpi dei nostri assalitori cosparsi, esangui prima della gola di roccia.

Un nemico è fuggito, ed è prioritario che lo si fermi immediatamente.
Mi soffermo spaesato nella mancanza di consapevolezza di ciò che il fato ha deciso per noi "I Sussurri di Guerra".Posso solo sperare che Moradin renda pesanti come pietra i piedi del fuggiasco e che i due ragazzi della taverna spicchino presto il suo capo.
Le mani scorrono veloci fasciando Millepiedi per una serie di motivi che forse una parte di me è ancora lenta ad accettare. Mi soffermo asciugando la fronte quando di colpo lo sento, il puzzo metallico del sangue ristagna nell'aria della notte, come se stesse soppesando il pensiero di andarsene lentamente come un'ospite mal voluto; ed è in quel momento che intuisco che quello è in realtà il modo della battaglia per darmi il bentornato...

mercoledì 10 ottobre 2007

Pensieri di un ribelle

Chiudi la porta e maledici l’autunno.
La pioggia ti ruscella fin dentro i calzari e nemmeno lo spettacolo del tramonto, negato dalle nubi, ti solleva dallo squallore che ormai è la tua città. La chiamavano Città-sorella, sorella di una regina, ma a guardarla adesso di sfuggita fa pensare più che altro ad una vecchia baldracca senza più splendori, con l’alito che puzza e denti marci e storti. Però costa poco e non mancano clienti. Più da vicino invece si rivela per quel che è, una matrona ricca e grassa, dispotica e sleale, una padrona spietata e corrotta. Non fa differenza. Le strade di Melennor si infangano presto in cima alla collina e fiumi di melma calano oltre le mura, fino ai villaggi sottostanti, fino alla piana e alle rovine della città antica, nere come la pece. Niente più alberi attorno ai bastioni, la terra si inzuppa e corre a valle. Fa freddo, per gli dei, troppo freddo per essere Ottobre. Per le strade c’è chi non ha un riparo degno di questo nome, c’è chi muore, c’è chi ne gode. Tu invece hai la nausea. Il bello è che, mentre cerchi di ripararti con il mantello, non sai bene neppure tu chi incolpare, se i Suvri e il cataclisma che li ha portati, la crisi economica o il secolo dell’Impero o i Draghi…e poi quali Draghi? Siano maledetti tutti? Sia maledetta Tiamat? Oppure la tisi, che si è portata via due Lestatt in tre anni, mettendo sul trono un ragazzo undicenne che non sapeva tagliarsi la carne nel piatto? Svolti l’angolo e d’un tratto sai contro chi dovrebbero abbattersi i fulmini che illuminano le valli dietro Melennor. Si chiama Guardia Cittadina, ma è un branco di mercenari senza scrupoli. Codardi e vili per di più, visto che sono in tre a trascinare in ceppi un padre, un marito, di fronte agli occhi di una famiglia da sfamare. All’ora di cena. Pure maleducati. Sorridi, ma vorresti vomitare. Vomitare saette su Lord Kipper e la sua corte di adulatori del cazzo. Vorresti usare quello che sai fare per riportare a casa un uomo in lacrime e catene, che questo mese non ha avuto sangue da versare in tasse. Vorresti fare esplodere Melennor e ricostruirla da zero, mattone per mattone. Vorresti schioccare le dita e riportare quell’undicenne sperduto sul trono che gli spetta di diritto, visto che ora è un uomo non più incapace di reggere un coltello ed anzi, abile di spada e svelto di mente, dicono; ricco di spirito e di senso di giustizia. Ma non puoi farci nulla; passi oltre, giri l’angolo e ti lasci rinfrancare dall’insegna della taverna di Arhman. Quando apri il portone senti caldo all’improvviso, vedi un tavolo di persone tra cui riconosci degli amici, e d’un tratto ti rendi conto che varrà la pena rovinarsi la vita, nascondersi al mondo se necessario, rischiare l’osso del collo e sfidare l’ignoto. Varrà la pena persino perderla quella vita in cambio di un’occasione, anche solo un’occasione, di cambiare le cose.

sabato 6 ottobre 2007

Cronologia di Nousia

Parla Teleute:

...Mi sto annoiando. La biblioteca è vuota, c'è puzza di muffa e da quando c'è stato l'ultimo colpo di stato non arrivano più libri. Sospetto che siamo governati da un analfabeta, oltre che da un tiranno...siamo sempre più isolati, ormai non entra e non esce nessuno da queste stupide mura che non porti cibo, armi oppure morti. Da quanto tempo c'è la guerra? Beh, quest'ultima da quando ci hanno di nuovo fatto scappare il re, ma non è che fosse tornato sul trono poi da molto....già, da quanto? Vediamo se me lo ricordo, vediamo se mi ricordo tutti i modi in cui le genti di questo continente sono riuscite a sprecare le loro vite in tutti questi anni....proviamo a scrivere tutti gli eventi: magari tutti vicini, in fila l'uno dopo l'altro, potrebbero persino rivelarmi un senso.
Da dove parto?
Beh, come sempre, si parte dal Nous...

Anno -412 Anno dei sogni di Mel Saggio scriba e del ritrovamento da parte sua del Nous, il testo della rivelazione, fonte di tutti gli odierni culti e della conoscenza della struttura della Ruota.

Anno -328 Patto di Montevetro. Fine della Guerra delle Alture, belligeranza secolare tra i Nani e gli Elfi.

Anno -301 Alleanza del Bosco del Canto. I Nani di Montevetro e Gli Elfi delle Foreste Eterne affrontano l’avanzata delle Orde di Lolth.

Anno -270 Tributo dei Cuori. Udar Quilibet, sommo sacerdote di Moradin del tempio di Montevetro scambia le reliquie propiziatorie con Neldoreth Terz’Occhio, Primo comandante degli Arcieri arcani della Cittadella del Canto e condottiero degli Elfi delle Foreste Eterne. Entrambi recitano di fronte ai propri popoli la promessa di concordia, ognuno nella lingua altrui. Da quel giorno sui vessilli delle due più importanti casate Elfiche e Naniche, compare il medesimo stemma del Ragno Incatenato. Leggenda vuole che Moradin fosse presente sotto le spoglie di un vecchio ma possente nano e Corellon con le sembianze di un fanciullo elfo armato di arco e daga.

Anno -215 Fondazione di Lestattia, la prima Città degli uomini. Inizio del processo di civilizzazione delle tribù umane.

Anno -198 Proclamazione del regno di Lestattia.

Anno -182 Fondazione di Delmot, la “Città delle Genti”, futura capitale di Kelebeck.

Anno -181 Guerra degli Armenti. Lem “Cuoreazzurro” Lestat , fratello di Re Vanad Lestat, assurge alla testa delle tribù indipendenti del nord.

Anno -176 Patto delle Forbici. Re Adam Lestat, figlio di Vanad, riconosce alle tribù i territori umani del Troclàr e le Scogliere di Giada.

Anno -174 Proclamazione del Regno di Kelebeck “alleanza” in antico Nousiano.

Anno -160 Approdo dei Darmun dal continente occidentale. Inizio della colonizzazione degli Altipiani e della Valle Crescente. Ania Alivento pone la prima pietra di Portoverde.

Anno -158 Morte di Ania Alivento, colpo di stato dei Conquistatori Darmun ed inizio della fase aggressiva della colonizzazione. I Darmun scacciano dai boschi tanto Orchi e Goblin quanto le tribù di Elfi Selvaggi. Gli Elfi di Lunardente, gli Gnomi di Larga Gola e contingenti dell’esercito di Kelebeck si oppongono all’avanzata Darmun. Inizio della Guerra del Vallo.

Anno -153 Distruzione di Portoverde ad opera dell’armata infernale di Tok-dar. Prima manifestazione demoniaca di massa registrata nelle cronache. Fine della Guerra del Vallo. Morte di quattro dei cinque Conquistatori Darmun. Theo Alivento guida la riscossa Darmun con l’appoggio degli antichi nemici. Inizio delle Sante Battaglie.

Anno -149 Sconfitta di Tok-dar e firma del Concordato di Marmo. Inizia la ricostruzione delle città Darmun, destinate a dar vita alla Federazione Occidentale.

Anno -130 Assemblea di Passo Squama. Fondazione della Federazione Occidentale delle città di Portoverde, Città dei Pioppi, Netralimar e Freddi Rifugi.

Anno -129 L’urlo di Tiamat. Il più grande terremoto che si ricordi si abbatte sui Bastioni di Granito, abbattendo una parte della catena montuosa e con essa le Creste Splendenti, luogo sacro dei Draghi d’Argento. Muore nel crollo Telesimar, l’Antico dei Draghi d’Argento, insieme a parte della sua famiglia. Telestor, suo figlio, guida l’insurrezione della razza argentea contro i nemici Draghi Rossi. Di qui ha inizio la Danza dei Draghi, conflitto fra cromatici e metallici che infuocherà Nousia.

Anno -125 Melennor, la seconda più grande città di Lestattia, viene devastata durante uno scontro tra Draghi. Non valgono a calmare la popolazione evacuata le scuse dei Draghi buoni vincitori e superstiti. Episodi di questo genere si sono già ripetuti in passato, ma avevano riguardato villaggi, mai grandi città.

Anno -124 Re Alcor Lestatt II, nonostante l’opposizione del suo consigliere, il chierico di Pelor Nicholas Felucar, dichiara guerra all’intera razza dei draghi, rompendo l’antica amicizia con i Draghi metallici, per difendere la popolazione, sempre più spesso vittima della furia cieca dei duelli fra i colossali rettili. I rari templi di Bahamut vengono attaccati o allontanati dalle città.

Anno -123 La Federazione occidentale prende decisioni similari a quelle di Lestattia. Solo Atridis Hooga, Re di Kelebeck, non nega asilo ai Draghi metallici. Squadre di cacciatori di Draghi vengono formate in tutte le regioni. Intere cucciolate vengono distrutte.

Anno -121 Guidata dalla comunità dei Druidi e dall’esercito di Kelebeck si forma un’alleanza trasversale tra razze e stati di dissenso nei confronti dei decreti di bando dell’intera razza dei draghi. In tutta Nousia si creano unità di combattimento autonome o si raggruppano veri e propri eserciti di appoggio ai Draghi Metallici e cacciatori di Cromatici. Il continente è più volte sull’orlo della guerra civile.

Anno -118 Colloquio di Melennor. Durante le prime fasi della ricostruzione di Melennor, giunge da est una carovana di mercanti. Recano grandi quantità di gemme e monete di platino. Re Alcor II li riceve per onorarli del proprio ringraziamento. Quattro di loro si rivelano Draghi di Rame. Uno di essi è Yggra, Anziano della propria razza, giunto con doni e scuse, ed offerte d’alleanza. Re Alcor, dopo due giorni di colloquio, revoca gli editti di bando. Questo gesto costa ad Yggra il disprezzo di molti Draghi Buoni, la maggior parte dei quali aveva posizioni meno indulgenti nei confronti degli stati avversi. La sua umiliazione pacifica tuttavia gran parte del continente.

Anno -117 Termine della Danza dei Draghi. La ritrovata coesione degli stati di Nousia pone fine all’aggressività dei Cromatici.

Anno -110 Notte dei Fiumi Lucenti. Dalle città delle Piane Brulle, la notte del 12 Marzo, si avvistano fiumi di luce calare dalle valli del Grigiomuro. Solo il giorno successivo si riveleranno essere torce e falò degli accampamenti delle orde dei Suvri, popolo nomade sospinto a nord del Grigiomuro da un’ignota calamità. Il 13 Marzo schiere militari formate da un’intero popolo in movimento invadono villaggi e città delle Piane Brulle. Inizia la Guerra di Dominio.

Anno -104 Dopo un intero anno di assedio, cade la città di Lestat. Re Deomund Lestat cede il trono a Narva, uno dei capi Suvri. Leggi razziali vengono imposte, sporadiche rivolte sono sedate nel sangue. Tutti i culti vengono espulsi dalle città e relegati a poveri templi spesso comunitari, tranne quello di Hextor.

Anno -102 I Suvri calano su Delmot. Il capotribù Elwa applica gli stessi criteri di Narva.

Anno -101 Durante l’inverno chiunque abbia mezzi economici sufficienti varca i confini di Kelebeck e Lestattia per cercare asilo nei territori della Federazione, o quel che ne resta, visto che i suoi territori meridionali sono già occupati dall’invasore. Il freddo sembra bloccare l’avanzata dei Suvri, popolo del sud che mal si adatta ai climi rigidi. Netralimar, Freddi Rifugi e Città dei Pioppi restano isole di indipendenza Nousiana. Il resto del continente è costretto ad un odioso dominio razziale.

Anno -100 Dopo un duello durato due ininterrotti giorni, Narva uccide Elwa e si dichiara Imperatore di Nousia, acclamato dall’assemblea armata dei Cavaliaeri di Sangue. Inizia il Culto degli Imperatori. Narva è il primo Monarca\Dio della dinastia Imperiale. Elfi e Nani si ritirano nei loro territori con l’intenzione di difenderli con ogni mezzo. Per decenni non si mostreranno alle altre razze se non in situazioni di belligeranza.

Anno -72 Editti di Tolleranza. Dawa dei Suvri vara la costituzione imperiale accogliendo molte delle forme di governo di Lestat. Le grandi famiglie dei Nousiani vengono ammesse a cariche politiche ed amministrative. Non si assiste ancora tuttavia ad una parificazione dei diritti dei sudditi.

Anno -64 Caduta del Monarca\Dio. Marwa II viene ucciso durante la Congiura delle Siepi. Nor Acquachiara, dopo essere riuscito a pugnalare il tiranno, viene giustiziato insieme a tutti i suoi compagni. Fine del culto del Monarca\Dio. Altri culti riammessi entro le mura cittadine. Primi segni di integrazione Suvri dei costumi Nousiani.

Anno -51 Primo dei tre Cupi Inverni. Tre inverni consecutivi di insolita rigidezza che mettono in ginocchio le popolazioni Suvri stanziate più a nord. La Federazione riconquista parte dei territori occidentali.

Anno -46 Scoppia la Peste Bianca. Gran parte della popolazione Suvri si ammala di questa forma endemica tipica di Nousia. Moltissime le vittime.

Anno -44 Sorge il Movimento della Dispora. Alla guida degli anziani, ministri del culto Suvri, una parte della popolazione legge gli ultimi anni come una punizione degli antichi dei. Gruppi di invasori preferiscono affrontare il viaggio di ritorno attraverso Grigiomuro, piuttosto che rimanere a Nousia.

Anno -30 La Federazione riconquista Portobianco

Anno -23 Riconquista di Delmot.

Anno -1 Scontro frontale tra l’esercito Suvri e quello di Liberazione. Sconfitta definitiva degli invasori e dei loro sostenitori alla battaglia delle Piane di Grell. La Urwa IV abdica e dichiara il Disonore del Popolo. Gran parte del popolo Suvri si ritira oltre Grigiomuro.

Anno 1 Rifondazione del nucleo del regno di Kelebeck sotto il regno di Brian Wreth detto il Triste, condottiero dell’esercito di Liberazione. A parte questo piccolo stato, ombra di quello d’un tempo, ed esclusa la sopravvissuta Federazione Occidentale, il resto del continente si organizza per città-stato e piccole aree di influenza politica.

...e poi a Melennor riescono a tornare i Lestat e nonappena cominciamo a ricostruire il regno salta fuori quest'altro branco di avide scimmie ignoranti adoratrici di Hextor...no, non c'è equilibrio in tutto questo, nè senso. Topi che si contendono un buco nel granaio ed ormai del granaio restano solo macerie e spazzatura. Lestattia è distrutta....ma basta, sto diventando troppo triste. Vado a cercarmi una lettura distensiva...."Tutte le erbe di Nousia", per esempio...