tag:blogger.com,1999:blog-81310674845471112032024-03-08T09:10:21.986+00:00I Sussurri di GuerraDiario di un gruppo di avventurieri nel continene di NousiaTeleutehttp://www.blogger.com/profile/00294549079266332547noreply@blogger.comBlogger25125tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-6749664475904922742012-11-17T11:14:00.000+00:002012-11-17T11:23:10.893+00:00...conseguenze...La città è libera. Molti hanno scritto "il sole splende anche se coperto di nubi, e prima o poi ritorna in tutto il suo splendore", ma vederlo con i propri occhi un'altra volta è diverso.<br />
Tutto è fantastico.<br />
La gente ride per strada. Ride davvero.<br />
La tensione c'è, magari nascosta in qualche brutta abitudine che l'oppressione di un tiranno lascia dentro a tutti, ma spero che pian piano possa sparire come neve sciolta dal caldo sole.<br />
La gioia mi riempie il cuore, la vita è fantastica, ma mi sembra che qualcosa non torni...<br />
Mi sento stanco, stanco dentro, la testa gira, meditare è difficile, riuscire a focalizzare i miei pensieri non è mai stato così difficile. Temo che qualcosa dentro me si sia incrinato.<br />
...<br />
Forse è tempo che torni a Casa.<br />
Manco da tanto tempo e sopratutto devo riportare l'Artiglio di Fenice intatto e prima che qualche evento lo nasconda nuovamente al mondo. E' un bene troppo prezioso perchè venga perso nuovamente.<br />
Dannazione la testa è di nuovo leggera, spero che Padre sappia dirmi cosa mi è successo.<br />
<br />
Saprà guidarmi ancora una volta? Dovrò chiedere agli Otto?<br />
E se mi cacciassero? "La guerra cambia gli uomini" e potrei essermi allontanato troppo dalla mia VIA.<br />
Potrei aver fallito in tutto quello che ho cercato di compiere fino ad ora solo per un gesto che alla fine si è mostrato giusto? Potrei aver perseguito il BENE in modo sbagliato? I mezzi sono giustificati dalle azioni?<br />
Calmati Li, calmati.<br />
Non è questo ne il luogo ne il momento.<br />
A Casa ti aiuteranno senza dubbio.<br />
<br />
...ma come faccio con gli altri? Non li voglio abbandonare, ma non so se vorranno venire con me.<br />
Dovrò dirgli quello che fino ad ora ho tenuto nascosto, ma come la prenderanno?<br />
Quello che mi preoccupa è anche la strada, anche se accettassero non è semplice e le Condizioni non sono accettabili per molti.<br />
Dopo cena quando torneranno a trovarmi gli chiederò di accompagnarmi, spero che accettino.<br />
<br />
Un altro giorno è al termine ma la mia mente è troppo confusa e troppo poco agitata per poter riposare.
Mediterò fino al loro arrivo, mi auguro che per allora io sia in condizioni migliori...Limaharhttp://www.blogger.com/profile/04921197131910759050noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-55062527750041166982012-11-07T10:56:00.000+00:002012-11-07T10:56:02.397+00:00Un nuovo inizio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
All'indomani della liberazione della citta'.<br />
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Melennor, citta' Sorella, e' finalmente libera! Il regime e' stato sconfitto e l'ignobile verme che ne era al comando scacciato per sempre. Il legittimo sovrano Roris, primo del suo nome, della Casa Lestat, ora guida la citta' con saggezza e giustizia verso la riconquista dell'antico splendore spazzato via dagli anni buoi del dominio di Kipper.<br />
<br />
Elanor, ora Elanor dei Sussurri, cavaliere di Melennor dal giorni primo del Regno di Roris Lestat, saluta la rinata Nuova Melennor con l'orgoglio di chi per la propria citta' ha combattuto con tutte le sue forze. Ben ritrovata, citta' Sorella.</div>
Elanorhttp://www.blogger.com/profile/07829200874426589259noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-20782047063691205702009-02-04T15:21:00.001+00:002009-02-08T14:28:12.013+00:00La roccia sta cambiando<div style="text-align: justify;"><span style="font-family:trebuchet ms;">Facendo il punto:</span><br /><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Dovrei cercare di evitare di ridurmi a condensare così tanto delle nostre avventure, far sì di non tralasciare informazioni degne di nota.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Alle porte di Febbraio il mesto vento del nord ci ha invitato a ripartire per l’avventura: abbiamo scortato Lord Alessen fino alle porte di Valleluna (che dista un paio di giorni da Nuova Melennor). Lì abbiamo “incontrato” (se così si può definire essere portati quasi di peso contro la propria volontà, bendati e disarmati) il suo selvaggio popolo e il loro signore Brangor Neve Rossa. Dopo attente riflessioni dei loro capi siamo stati liberati per poter continuare il nostro cammino. Devo ammettere che, dopo il primo istante di astio, il popolo barbaro si è mostrato cordiale offrendo cibo e bevande, in particolar modo il loro famoso vino. Il vino di questa gente si è fatto largo in modo copioso nelle gole di quasi tutti noi e chi non ne ha approfittato non capisce cosa significhi bere bene. Ammetto che in questo caso mi è pesato un po’ non potermi lasciarmi intorpidire dalla baldoria (come invece ha fatto Antar ubriacandosi in modo orribile), dato che la magia richiede una mente pura, specie quella sacra. Questo non significa che non mi sia bevuto le mie tre bottiglie di vino, dopotutto ho parlato di “non lasciarsi intorpidire dalla baldoria” non di “non sciacquarmi nemmeno l’ugola”…</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Il giorno dopo siamo ripartiti, avresti dovuto vedere, Dora mia cara, i pascoli di questa gente integrarsi in modo quasi soprannaturale alla natura selvaggia del luogo, lasciata libera di crescere e prosperare, come se in qualche modo questa gente non vivesse “nella valle”, ma bensì “con la valle”… ammetto che mi sono quasi commosso a vedere il modo in cui gli occhi di Aleza hanno cambiato espressione dinnanzi a questo spettacolo, e anche se non condivido la sua adorazione per la natura, non posso certo negare l’intensità delle emozioni che hanno cominciato a ribollire sotto alla pelle mentre guardavo quella valle selvaggia.</span><br /><br /><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Il folletto:</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Appena partiti dal primo villaggio di Valleluna abbiamo fatto la conoscenza di un folletto delle cascate: stava riverso nell’acqua in stato di incoscienza e quando si è ripreso eravamo tutti attorno a lui. L’unico di noi a non essere sceso nel fiume e nel suo letto è stato Li che è rimasto sulle alte sponde rocciose a dominare il paesaggio col suo sguardo indagatore. Il folletto ci ha informato che qualche cosa stava avvelenando la sua cascata e a quel punto Aleza è uscita con l’idea che ci avrebbe raggiunti al villaggio vicino per occuparsene da sola. Penso che a qualcuno sia venuta la tentazione di lasciarla andare, ma, come sai mia cara, noi nani non abbiamo l’abitudine di lasciare un nostro alleato solo, mentre marcia verso le sue battaglie. Alla fine siamo andati tutti con lei e Lord Alessen ha appoggiato l’idea dicendo che tanto non c’era troppa fretta…</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Più a monte abbiamo trovato la sorgente della cascata, in una grotta buia e umida con tre Otyugh celati dietro alle rocce ai bordi. Che dire cara, sono stato messo al muro letteralmente e anche se non è stato piacevole è stato di certo utile; infatti, mentre quelle bestiacce se la prendevano con me, Antar e gli altri hanno mostrato quanto mordesse il nostro acciaio. Risolta la faccenda, la fonte sarebbe tornata a chiarificarsi nel giro di pochi giorni.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Il folletto del fiume ci è stato molto grato, o almeno lo è stato nei confronti di Aleza alla quale ha donato una pietra che ci sarà utile per attraversare le paludi più in su verso l’imboccatura della valle; infatti, oltre a saper individuare il corso dell’acqua sotterranea, sa prosciugare per una sola volta una pozza d’acqua…speriamo serva nel caso si vada a fondo, ho come l’impressione che la mia armatura completa non reagisca bene all’acqua…o almeno io non reagisco bene all’acqua così bardato….</span><br /><br /><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">La gara del bere:</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Ecco questa è una parentesi piuttosto “ebbra” degna di una nota particolare. Dopo aver salutato il folletto della cascata ci siamo rimessi in cammino ed entro sera siamo giunti al villaggio più vicino. Li abbiamo incontrato una società mista molto singolare: nani e barbari che vivono assieme nello stesso villaggio proprio come nei racconti su Vecchia Melennor di tuo fratello maggiore…avevo pensato che vedere due diverse razze che fanno reciproco affidamento l'una sull’altra non fosse più possibile dalle tragedie a Lestattia. Mi piace pensare che in realtà questo segno sia ben più di un evento isolato, lasciando intravvedere per un attimo un disegno più complesso nell’arazzo multicolore del tempo…</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Per il resto la serata ha preso una piacevole piega: birra nanica come non ne bevevo da quasi un anno e vino di Valleluna a rendere il tutto più…piacevole. In quel momento i “nostri” hanno incitato a fare una sfida di prove e di bevute fra noi del primo popolo e gli umani del villaggio (e del mio gruppo)…forse i miei compagni avrebbero gradito che sfidassi Antar, il nostro gigantesco guerriero, ma ho ritenuto fosse più saggio evitare di avere un dopo sbronza la mattina successiva, con l’impegno di custodire Lord Alessen. Ammetto che mi sono divertito a vedere il nostro bardo (penso ti piacerebbe conoscerla: è davvero bravina anche se secondo metri diversi da quelli della nostra gente) vincere al lancio della scure contro uno del nostro popolo, per non dover dire di quando Antar il colosso è collassato durante la gara del bere…sarei rimasto a ridere e a bere con gli altri, se non mi fosse toccato portare le sue grosse chiappe umane su per due rampe di scale…</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">A parte questo la serata è stata piacevole e mi ha ricordato il calore del nostro focolare: vedere i volti della nostra gente, ebbri di birra e di calore, sentire gli stornelli sulle dame troll da osteria mi rende più difficile la permanenza lontano da te e dai piccoli. Cerco di vivere nel presente per ignorare il bisogno sempre più vivo che ho di tornare a casa nostra. Vedere di nuovo gli occhietti della nostra piccola luccicare curiosi per ogni cosa, o sentire i racconti sulle ricognizioni attorno alla città di nostro figlio più grande. Respirare di nuovo l’odore della roccia, che si intreccia tra stalattiti e stalagmiti che riflettono il carminio delle torce nell’oscurità del profondo. Vorrei…</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Ecco invece, tornando al racconto, in questa occasione mi ha fatto piacere notare un’altra cosa: il nostro bardo Lieve si sta impegnando in modo più attivo nello studio del combattimento (specie in mischia) e devo ammettere che vederla maneggiare le due spade corte mi rende più rilassato, sapendo che ora abbiamo quattro guerrieri in gruppo. Come dice sempre tuo fratello: “…limitarsi a cantare non porta mai troppo lontano…”.</span><br /><br /><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">La follia di Aleza:</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">A volte penso che lo spirito della follia riesca a possedere le nostre membra e farci agire secondo metri inconsueti, facendoci correre pericoli inutili oltre che minare la sicurezza dalle persone vicine…oggi l’ho pensato di nuovo. Mentre attraversavamo una macchia di alberi (o , come direbbero gli elfi, un bosco) siamo incappati in un incubo non letterale: la creatura extraplanare! Inutile dire che ci ha caricati prendendo di mira i più deboli fisicamente di noi, per poi passare ai più stagni. Quando poi le cose stavano diventando interessanti ecco sbucare un umano dalla foresta e, con un incantesimo, soggiogare la creatura. Padre! Vedere un modo diverso di incanalare la magia è stato stupendo! Non era un mago bensì quello che gli umani chiamano stregone, uno con poteri innati che dirige a piacere il dono della magia…stupefacente certo, ma allo stesso tempo terrificante: dalla prima sillaba pronunciata quest’umano ho dubitato della sua sanità mentale, il che peggiora il tutto; infatti, immagina un mago coi suoi poteri al quale togli il rigore e la disciplina dello studio, rendilo uno squilibrato e ottieni una miscela piuttosto esplosiva e non solo in senso letterale, non so se mi spiego….</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Questo pazzo, ci ha condotto alla sua casa: una casetta isolata in mezzo al bosco dove viveva con la sua collezione di cavalli. Fin qui tutto bene, se non fosse stato che fra i cavalli si trovavano anche un ippogrifo, un pegaso e un unicorno…e qui la follia ha dato i suoi frutti: Aleza (senza premunirsi di dire nulla, vorrei far notare) ha aspettato che il mago fosse di ritorno dalle stalle, per poi scagliargli contro due lupi (quello che le sta sempre accanto e uno evocato), senza lasciare che lo stregone potesse anche solo parlare. Padre che angoscia! Lo stregone ha iniziato a evocare un incantesimo di distruzione verso l’intero gruppo. In quel momento l’intero gruppo di Sussurri si è scagliato sullo stregone: imparare a nuotare o annegare insomma… La fortuna ci ha assistiti e siamo riusciti ad eliminare questo nemico ben al di sopra delle nostre forze in poco tempo … d’altronde i maghi sono noti per la loro fragilità fisica e noi lo abbiamo circondato colpendolo con tutto il nostro vigore… Padre che paura! Un nemico così formidabile non l’avevo mai incontrato.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">A seguire abbiamo liberato l’unicorno e i cavalli, quest’ultimo ci ha ringraziato mentre se ne andava, o meglio ha ringraziato Aleza alla quale in quel momento avrei voluto tirare un bel ceffone! Non so se si è resa conto di quanto poteva costare questa stupidata…comunque la violenza non è mai il modo giusto per spiegarsi e mentre cercavo le parole giuste la nostra chierica/maga (Teleute) le si è scagliata contro, tempestandola di pugni e sberle…la cosa si è risolta con Aleza che, quale druido, si è saputa allontanare Teleute, ponendo fine alla “discussione”… forse però un bello sberlone Aleza se lo sarebbe meritato comunque…</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Detto questo, addosso allo stregone pazzo abbiamo trovato due anelli magici e un amuleto di protezione, ora indossati rispettivamente da Teleute, Lee ed Elanor, con l’augurio che possano essergli più utili di quanto non lo siano stati al suo ultimo proprietario….</span><br /><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">…capisci che gira male quando non riesci colpire nemmeno un cavolo di Ogre…</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Non lontano dal bosco che circondava la casa dello stregone, abbiamo trovato un altro dei tre villaggi di Valleluna del quale, lo ammetto con me stesso, non ricorderò mai il nome…</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Qui siamo venuti a conoscenza del fatto che un gruppo di Ogre minacciava il villaggio chiedendo delle provviste in cambio di non radere tutto al suolo. Alcuni di noi hanno proposto di proseguire (forse più saggi) e altri di noi volevano invece restare a combattere…io ero del secondo gruppo, perché non mi sarei mai fatto sfuggire la possibilità di sfondare qualche zucca vuota di Ogre, che alzandosi la mattina si metteva in testa di ricattare un povero villaggio…oddio povero è un eufemismo dato che una cinquantina di uomini armati (fanti leggeri) hanno marciato e dato battaglia ad una banda Ogre davanti alle palizzate.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Tutto è andato bene per gli umani, se non fosse che alle spalle del villaggio un secondo contingente ha attaccato quasi simultaneamente stringendo tutti in un puzzolente abbraccio mortale…</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Il nostro gruppo e la milizia rimanente si è svuotata su di loro lasciando senza difesa le parti più esterne del villaggio. Sullo scontro con gli Ogre ho poco da dire, a parte che capisci che gira male quando non riesci colpire nemmeno un cavolo di Ogre, dato che devi fare la crocerossina su e giù per la linea di difesa evitando che Antar e Lee vedano crescere le margherite dalla parte delle radici. Non sono riuscito a colpirne uno di quei maledetti Ogre…uno dico!</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">In compenso loro hanno ferito mica male me mentre facevo la spola avanti e indietro sul campo di battaglia…</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Finito lo scontro avevo talmente tanta frustrazione in copro per non aver dato nemmeno un colpo ad uno dei nemici del Primo popolo che mi sono lasciato dominare dall’ira e come un idiota ho preso a mazzate il terreno per sfogarmi… almeno un poco. Forse il Padre ha voluto insegnarmi qualche cosa oggi: rimanere a difendere i villani poteva essere più o meno necessario, ma mantenere la calma davanti a chi ha devastato per secoli la nostra gente lo era altrettanto…in futuro cercherò di dominare questo lato del mio carattere, tipico dei più giovani del nostro popolo…</span><br /><br /><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Le paludi e la neve:</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Ok! Camminare fino al petto nella melma non è una bella cosa, specie se ci sono pozze in cui perfino quel gigante di Antar rimaneva fuori solo per la punta delle spalle…figuriamoci cosa sarebbe successo a me…So che il Padre ci ha creati soffiando la vita sulla roccia e le gemme rendendoci piccoli e robusti come le pietre preziose, ma in questo momento avrei gradito essere umano.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Le paludi sono state fastidiose specie se girano strane voci sul lago che si trova al centro di queste: si dice che la gente sparisca per ricomparire giorni dopo al centro del lago…la cosa non mi ispira troppo specie per quella storia del “nuotare” in armatura completa…ciononostante penso che, se resterà tempo al ritorno da questa scampagnata, mi premurerò di infilare la mia vecchia corazza per scoprire se si tratta di racconti fondati oppure no.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Infatti, per evitare il tutto, abbiamo costeggiato il lago fino ad un certo punto imbattendoci in una congrega di streghe verdi…uff…l’ultima ci ha messo in difficoltà infatti, il tocco di queste creature magiche (o quel diavolo che sono) affatica e risucchia le forze. Li, ma soprattutto Aleza, lo possono testimoniare. Deve essere una sensazione orribile diventare debole al punto di rimanere quasi inermi dinnanzi al nemico…brrr.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Poco più avanti uscimmo finalmente dalla palude, trovando la neve caduta da una slavina più a monte. Tu mi dirai: “bello almeno esci dal fango!”. Ma la cosa non è poi così positiva se la neve è così alta in certi punti da minacciare di inglobarti per intero sotto al suo manto bianco…oppure ancora meglio quando un Remoreaz sbuca dinnanzi a te dopo che ti sei bruciato ogni possibile via di fuga e ti obbliga ad evitare di essere ingoiato e digerito nel suo stomaco infernale.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Aleza è stata la prima ad essere afferrata fra le chele della bestia mentre noi cercavamo di liberala. Io e Antar eravamo di nuovo in prima linea fianco a fianco mentre le nostre armi minacciavano di liquefarsi per il troppo calore del carapace incandescente della creatura…</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Prima la bestia ha incontrato il nostro Antar che è stato uno sfonda meta come sempre, e poi si è beccata una martellata sulle chele dal sottoscritto, insieme ad un incantesimo di Teleute. Il tutto l’ha stordito per quel tanto che bastava a lasciar cadere una quasi moribonda Aleza nella neve. Il mostro si è ripreso pochi secondi dopo decidendo di rendermi la martellata sulla chela. Dora, tesoro mio, non mi sono mai trovato così vicino alla morte. In qualche modo è tutto finito: i ragazzi hanno dato il meglio di sè: Antar gli ha tirato un colpo in pieno petto impugnando la mazza a due mani, i quadrelli degli altri hanno perforato il carapace in diversi punti e il raggio rovente evocato da Elanor lo ha lasciato ad un passo dalla morte.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Bilancio dei feriti: io, Aleza e il suo lupo, che per fortuna eravamo anche gli unici dato che queste bestie sono davvero letali. Qualche incantesimo e rieccomi pronto ad avanzare verso una sempre più vicina Nemore.</span><br /><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Ma che bello vedere un'aquila gigante nemica schiantarsi al suolo col suo cavaliere grazie ad un tuo incantesimo…</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">So che non bisogna gioire di come si sconfiggano i propri nemici, ma di averli semplicemente sconfitti, evitando di trasformarsi in bestie assetate di sangue; ma devo ammettere che essere attaccati dal cielo mentre metà di noi si stavano (povero Komier lui invece si stava) calando da una falesia di venti metri non ti pone nella condizione mentale di non provare almeno un po’ di soddisfazione.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Io, Elanor e Teleute dovevamo ancora calarci, Komier si stava calando e gli altri erano alle base della parete, quando all’improvviso compare in cielo prima un'aquila gigante e poi una seconda con un cavaliere in arcione. Fin qui tutto bene, potevano essere alleati, ma ricevere una gragnuola di frecce con le picchiate delle aquile che provano a colpirci, rende il tutto meno equivocabile. Riconoscendo di non essere il più bravo tiratore del mondo a quel punto ho aspettato che nel risalire dalla picchiata un’aquila si fermasse sopra di me a portata di un mio incantesimo e poi… come dire: ma che bello vedere un aquila gigante nemica schiantarsi al suolo col suo cavaliere grazie ad un tuo incantesimo… Kablam! L’altra l’ha seguito di poco, abbattuta da una salva dei nostri dardi, mentre a terra Li e Antar finivano l’aquila e legavano il cavaliere.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">L’amicone volante ci ha riferito di essere un ricognitore a lungo raggio e che più avanti l’esercito di Nemore stava bloccando il passo all’esercito di Melennor. Dopo aver posto fine alla sua vita siamo ripartiti e ammetto che l’adrenalina in corpo iniziava a giocarmi scherzi: avremmo visto due eserciti scontrarsi da vicino, oppure avremmo trovato un sentiero che ci avrebbe tenuto lontano dallo scontro?</span><br /><br /><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Behind the enemy lines:</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Mentre avanzavamo costeggiando i piedi del massiccio roccioso (del quale ignoro il nome) ho iniziato a ripensare alle parole di quel diavolo di ricognitore alato: aveva parlato di un “Bosco della Regina” come un punto strategico che presto sarebbe finito in mano nemica. Diceva che tramite il possesso di quell’obbiettivo logistico la città del nostro protetto sarebbe stata isolata dalle linee di rifornimento e condannata da lì a breve…La cosa mi preoccupa e non poco specie quando i nostri ricognitori (Li, Aleza e Komier) hanno confermato la possibile veridicità della versione dall’alto di una collina vicina.</span><br /><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Arrivammo infine ad attraversare il “Bosco della Regina” quando udimmo in modo inequivocabile dei rumori di uno scontro non lontano da noi. Noi siamo rimasti indietro nascosti, mentre Lieve è corsa avanti per indagare sull’accaduto. Più tardi Lieve mi ha raccontato di essere corsa avanti e, appollaiatasi su un albero, aver visto degli uomini dell’esercito mercenario di Melennor duellare con dei ranger dell’esercito di Nemore. Dopo aver risolto lo scontro, i ranger si sono dileguati e poco dopo Lieve ha incontrato il loro capo. Vederla tornare con a fianco la faccia conosciuta di Baldrick, il ranger di Bosco di Fiamma conosciuto un annetto fa, è stata una bella sorpresa. Il nostro vecchio amico ha salutato il nobil-scortato e ci ha proposto una linea d’azione per fuggire dalle linee nemiche, per essere accolti dalle amorevoli braccia di Nemore; infatti cara, noi ci trovavamo alle spalle dell’esercito di Melennor e dovevamo correre attraverso di loro per attraversare la linea immaginaria che lo separava dall’esercito di Nemore.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Utilizzando la piuma di Quaal in nostro possesso, il nostro caro Lord Alessen ha informato qualcuno della situazione, invitando a creare pressione sulla linea del fronte, in modo da farci correre dietro alle linee amiche.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Il piano ha avuto successo, perché dopo aver iniziato a correre abbiamo incontrato i soldati di Melennor (che ci davano le spalle dato che arrivavamo da dietro di loro) che tenevan battaglia con l’esercito avversario. In un primo momento devono aver pensato che fossimo dei loro, ma vedendoci mascherati dopo un po’ hanno cominciato a capire che non era così. Ci siamo trovati in una mischia circondati da fanti armati di lance e spade, un ranger con due scimitarre in pieno stile drow, un chierico (penso oscuro) e un guerriero con una corazza formidabile che è diventato poi il mio avversario. Lo scontro è stato duro: io ho abbattuto il guerriero corazzato e qualche gioppino armato di spada (come diresti tu), nel frattempo Antar ha abbattuto il ranger e gli altri il chierico con i lancieri.</span><br /><span style="font-family:trebuchet ms;">Lo scontro si è risolto con noi che oltrepassavamo la terra contesa e venivamo abbracciati dalle amorevoli braccia di Nemore…spero di non aver da pentirmene.</span><br /><br /></div>Unknownnoreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-2399632147648846372008-10-30T16:09:00.002+00:002008-10-30T16:32:04.800+00:00Di nuovo sulla stradaParla Midhir del Clan Volund<br /><br />L'acqua nel bicchiere riflette uno spicchio della mia immagine, il volto tirato come una bestemmia muta con una ruga di stanchezza disegnata sopra agli occhi. Non avrei pensato di dirlo ma questo incontro mi ha lasciato nelle ossa una sensazione di spossatezza. Gli Orsogufi delle boscaglie ci hanno assalito, provabilmente cercavano carne o più semplicemente rivendicavano la loro territorialità...che dire: gli è andata male!<br /><br />Ci siamo mossi come un solo corpo, è stato come rivivere le vecchie sensazioni provate da ragazzo nella fanteria. In realtà non è andata poi cos'ì male, ciò che mi ha spossato è stato il dopo incontro, ho dovuto dare fondo alla maggior parte delle mie Preghiere per risanare i miei compagni.<br />Io sono emerso illeso dalla mischia, una cosa piuttosto rara per me che ocndivisdo la prima linea con Antar e Li. In fondo non sono di certo un mago! La novità mi lascia stupefatto e penso che sia in parte merito della mia nuova armatura: Padre! Renditi conto un'armatura completa come una Barba Bianca del clan!<br /><br />Abbiamo mangiato un boccone giusto per riprendere fiato ed ora mi sento meglio: la stanchezza dovuta all'ingente utilizzo di incantesimi si è dissolta.<br />Siamo pronti a ripartire.<br /><br />Il nobile che stiamo scortando è nervoso, non posso certo biasimarlo:molto dipende da lui e da noi...<br /><br />Un piede dietro l'altro...continuo ad avanzare...Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-90154831668946084592008-10-20T10:41:00.004+01:002008-10-20T11:35:16.941+01:00Tre mesiParla Midhir<br /><br />Sono trascorsi gia tre mesi da quando il destino ti ha ricongiunto ai nostri padri e non c'è giorno che mi pesi meno la tua mancanza fratello.<br />L'aria fredda mi entra nei polmoni e si mischia al fumo della pipa mentre ascolto le chiacchiere nella taverna di Ahrman. Domani partirò di nuovo all'avventura, anche se riuscissi a tornare la rivolta mi impone di non rimettere più piede in città, e si sa mai che quando potrò entrare di nuovo a Melennor questa taverna non sarà gia stata travolta dal fuoco della rivoluzione.<br />In questi giorni ho pensato di comporre una danza per te perchè tu possa capire la dualità del sentimento che provo: mi intristico nel non saperti più al mio fianco ma giosco nel saperti nelle sale del Valhalla.<br />So che la mia opera non è un poema elfico o che non rivaleggia coi versi di Lieve, ma a me importa solo che arrivi al tuo cuore.<br /><br /><br /><div align="center">Mir</div><div align="center">Nel bosco fatato degli elfi</div><div align="center">i tronchi colonne argentate,</div><div align="center">dorata la volta, </div><div align="center">dorato il tappeto</div><div align="center">di aghi e di fiori vedrai</div><div align="center"> </div><div align="center">Nel bosco fatato degli elfi,</div><div align="center">Mir è un fiume argentato</div><div align="center">è acqua che canta è acqua che danza</div><div align="center">cascate di luce vedrai</div><div align="center"> </div><div align="center">Insieme saremo migliaia di gocce</div><div align="center">ruscelli di note cantate nel vento</div><div align="center">Insieme saremo esplosione di luce</div><div align="center">insieme saremo arcobaleno</div><div align="center"> </div><div align="center">Nel bosco fatato degli elfi,</div><div align="center">Mir è sire gentilefabbro che canta, </div><div align="center">nano che danza.</div><div align="center">nel bosco di degli elfi vedrai.</div><div align="center">Al largo l'amato re aspetta</div><div align="center">il tempo di andare è arrivato</div><div align="center">ma il vento crudele già s'alza e via soffia</div><div align="center">per sempre la felicità</div><div align="center"> </div><div align="center">Insieme saremo migliaia </div><div align="center">di gocceruscelli di note cantate nel vento</div><div align="center">Insieme saremo esplosione di luce</div><div align="center">insieme saremo arcobaleno</div><div align="center"> </div><div align="center">Se passi dal bosco degli elfi</div><div align="center">ancora le senti cantare.</div><div align="center">Per sempre si abbracciala voce con l'acqua</div><div align="center">per sempre sentirle potrai.</div><div align="center">Nel bosco fatato degli elfi,</div><div align="center">il triste gemello cantava</div><div align="center">stella che brilla, ago di pino </div><div align="center">perduto dal vento del nord</div><div align="center"> </div><div align="center">Insieme saremo migliaia di gocce</div><div align="center">ruscelli di note cantate nel vento</div><div align="center">Insieme saremo esplosione di luce</div><div align="center">insieme saremo arcobaleno</div>Unknownnoreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-88190101584298127792008-10-07T08:43:00.003+01:002008-10-07T09:31:28.786+01:00Il maglio continua a battereVecchia Melennor:<br />Che si tratti delle vestigia di un impero scomparso non vi è dubbio, ciò che però richiede più attenzione è saper districare la matassa di Fili del "Grande Arazzo" che s’intrecciano qui: la magnifica cicatrice che la terra conserva dello scontro degli "Antichi del Drago" che qui si diedero battaglia; le note di canto che ora non s'odon più, perse nell'eco delle sale dei templi; l'acciottolare dei bambini che si rincorrevano tra le vie...<br />Padre... Il cuore mi si stringe come se fossi davanti ai resti di una pira funebre di un caro, che all'arrivo del mattino lascia solo segni neri tutto attorno...<br /><br />I sotterranei di Vecchia Melennor e cripte sottostanti:<br />Una marcia. Un passo dopo l'altro. Nella terra fra i morti ridestati abbiam marciato, ci siamo anche quasi illusi di aver lasciato un segno in quelle cripte dimenticate dagli dei della luce. Certo qualcosa vi abbiam portato ma che siano graffi ed echi o segni più tangibili sarà solo il tempo a deciderlo. Il prezzo come sempre in questi casi, è stato il sangue e che sia il sangue di un diavolo o di una brava persona, il sangue versato è sempre una "chiave di volta" per gli equilibri mistici del mondo e del "Grande Arazzo".<br />Mi chiedo se quello versato (nostro e non) non abbia gia mutato una parte del "Grande Disegno"...<br /><br />Luce:<br />Tornammo alla luce morente di quella che un tempo è stata un faro della civiltà degli Umani, e per la prima volta in questi anni mi sono chiesto se l'inferno non fosse in parte anche sulla terra. Eccolo intento ad allungare le mani anche su di noi che cos'ì facilmente siamo sedotti dal vile denaro. Certo non tutti noi. Io parlerò solo per me ora, e qui dichiaro che cercherò di estirpare l'avidità dalle mie vene…anche se la vedo dura...<br />Padre guarda nella tua fucina e aiuta la mia "Forgia" ad ardere in quest’intento...<br /><br /><br />Un agguato:<br />A volte ci siamo comportati come prede oggi fummo i cacciatori!<br />Il carico con "l'oggetto da recuperare" era un carro con relativi occupanti. La trappola tessuta con cura è scattata come una morsa stritolando ogni cosa. Perfino il comandante che si ergeva sul suo cavallo fiero e impavido è perito: Padre t’imploro di giudicarlo con riserbo anche se si trovasse in mancanza ai tuoi occhi perché si è battuto con coraggio.<br />Diventammo Maglio e Incudine. Poco altro è degno di nota tranne che ho apprezzato la tecnica che ci ha unito tessendo di tanti "Sussurri" un unico possente Canto.<br />Oggi abbiamo vinto ma per cambiare le cose dovremo vincere molte altre volte...<br /><br />Cos'ì parlo io: Midir figlio del Clan Volund.Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-59983274490892791342008-05-10T11:25:00.004+01:002008-05-19T14:13:24.181+01:00Ruderi, Speranze e Aspettative<span style="font-size:85%;">Parla Limahar<br /><br />La notte è appena finita e noi, formiche sulla schiena di una città così grande da costituire uno spettacolo imponente agli occhi di chiunque, guardiamo con rinnovato stupore la furia dei draghi. Chi come me, Teleute o chi altro abbia passato molto tempo sui libri, per scelta o per costrizione, non può fare a meno di pensare a come fosse realmente questa città. Gente che affollava la piazza del castello, gente che pregava con fervore dentro i templi, e la paura e la disperazione che quella stessa gente ha provato nell'ira contenuta nei potenti polmoni infuocati dei draghi.<br />La città se pur mutilata è rimasta. Le cicatrici pure...<br />Chiunque porti segni sopra di sè che indichino eventi e momenti della propria vita di certo può capire a pieno il senso che trasmette una città devastata. O meglio, una città dilaniata. Gli uomini di qui hanno fatto bene a non ricostruire nulla, a non cancellare con mura e mattoni quello che realmente è successo.<br />Questo posto è una lapide! Ma non di quelle che si mettono nei campi dei morti. No, questa lapide è un promemoria, e un monito, e al tempo stesso una speranza.<br />La speranza di poter migliorare, di non commettere gli stessi errori.<br />La mia speranza.<br />Perché so bene che molti uomini, elfi, nani, gnomi o di qualunque altra razza sia lo sguardo che si posa si queste pietre, ciò non lo possono capire.<br /><br />La città nel suo sfacelo è bella, e in molti punti lo stesso fuoco che l'ha distrutta la resa un oper ad'arte bellissima.<br />Di notte questo si notava poco mentre percorrevamo le vie più esterne.<br />Solo pochi imprevisti ci hanno colto lungo il cammino, ma nessuno così tosto da impedirci di procedere.<br />Prima Aleza che rischia di rompersi una gamba mentre cercavamo di scavalcare un palazzo crollato sulla strada. Poi un branco di cani rognosi, ridotti a poco più di miseri scacalli, ci attaccato considerandoci pasto facile.<br />Quando Komier poi trova un segno ad un ingresso sui cancelli esterni del castello non posso negare di aver provato dell'aspettativa, ma pure quello s'è rivelato niente più che un ritardo.<br />Quando arriviamo alla nostra prima meta, ormai gran parte della notte è passata. I Templi sono imponenti. L'aspettativa ancora una volta mi attraversa tutto il corpo come una scarica d'energia rinvigorente.<br />Vederli così mi fa sentire piccolo e insignificante. Quelle stesse pietre che ora ci nascondono e ci circondano hanno mantenuto gran parte della loro maestosità, e i segni del fuoco sono evidenti. Il Fuoco ha segnato questo posto, ma ai miei occhi non sembra che sia come il resto della città.<br />Poi entriamo nel Tempio di Pelor. La nostra lanterna non illumina molto della vasta navata, ma quanto basta per notare che gli scacalli, quelli veri, con due gambe e due braccia, talmente egoisti da pensare solo al loro tornaconto, sono stati quì.<br />Rimando la mente alle dolci parole del mio mestro per ricordarmi che l'avidità delle creature terrene è colpa finchè non c'e di mezzo la sopravvivenza, e spero in cuor mio di non incontrare mai gli autori di questo sacrilegio, conscio di non essere ancora degno di paragonarmi al mio mentore.<br /><br />Il nostro cammino ci porta su per scale di pietra e vicino alle celle dei sacerdoti. Niente è sfuggito alla distruzione e all'eventuale saccheggio che dev'essere seguito.<br />Quando troviamo la porta della biblioteca sono agitato, sento le mani che mi tremano, e il pensiero che potremmo essere vicino a qualcosa di importante mi fà quasi dimenticare il mio autocontrollo. Si sà che storicamente i chierici di Pelor hanno spesso avuto il compito di custudire il sapere...le informazioni che posseggo sono poche, e ogni granello di polvere che fa pendere la bilancia verso il successo è sempre utile.<br />Quando la porta si apre e vedo le librerie vuote, tutto lo slancio che mi aveva gonfiato il cuore di speranza mi ricade addoso come un maglio.<br />Nulla è sopravvisuto all'incendio.<br />Poco più avanti lungo il corridoio un unica porta ci sbarra il passo, ma per nostra sfortuna è bloccata e protetta magicamente. Komier prova ancora una volta ad aprirla, ma le sue capacità non sono all'altezza del compito e solo per l'abilità di Elanor nel maneggaire le corde riusciamo a sottrarlo all'incantesimo che l'aveva colpito.<br />La stanchezza ormai ci sommerge con il suo scuro manto e noi, accampandoci in una delle stanze vuote, c'addormentiamo, rimandando a domani le nostre ricerche.</span>Limaharhttp://www.blogger.com/profile/04921197131910759050noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-79138981445974203782008-05-04T19:24:00.002+01:002008-05-19T14:14:14.129+01:00Eco<span style="font-size:85%;">Il cielo si rompe e lascia intravvedere le stelle. Se questo può fare la gioia di chi cammina nella notte, lascia indifferente il mio sguardo, che non solo le nubi, ma le stelle stesse avrebbe attraversato senza che la fatica mi provocasse un singolo battito di ciglia.<br /><br />Mura secolari sono state valicate da uomini come formiche, ma il dedalo in cui si stanno avventurando non ha nulla di domestico. Melennor.... Dov'è Melennor, ma soprattutto qual è? Ci sono altri casi di città omonime, ma questo è emblematico: si tratta di una rinascita o di una sostituzione. Che strano concetto l'identità. Nuova Melennor, vecchia Melennor. Solo un manipolo di discendenti e un'ormai sparuto numero di stemmi nobiliari assicurano un minimo di continuità tra due storie che, da quando Lord Kipper ha cacciato, quando non ucciso, i Lestatt e i loro fedeli, paiono avere ben poco in comune.<br /><br />La vedo come se fosse ancora qui, la vedo mentre nasce, questa città immensa, fiera roccaforte tra i monti. Costruita per ripetere una gloria considerata intramontabile, per essere luogo di tutela e di scambio, per onorare gli dei e gli eroi, per garanzia di fratellanza di fronte alle razze. Cosa resta delle guglie dei palazzi, dell'Anfiteatro del Giglio, della Scuola degli Arcani Maggiori? Si diceva che Boccob stesso avesse presenziato alla sua fondazione, confidando a Dridisin della Pioggia Battente che torme intere di maghi avrebbero varcato le sue soglie esagonali per apprenderne il sapere. E' successo davvero ed io potrei confermarlo. Ma a chi potrebbe importare ora? Nessun dio camminerà più tra i giardini di Tardautunno, e la splendida Ambasciata Elfica oggi sarebbe la degna dimora di uno dei signori dell'Abisso.<br /><br />Una storia di battaglie vinte, di sudore comune, di grandezza non senza prezzo, è prigioniera delle fuliggini eterne che i marmi conservano fuse nel loro attuale aspetto grottesco.<br /><br />Chissà se quegli otto individui che ora ne osservano il cupo spettacolo sono coscienti dell'eco vagante tra le strade deserte? Chissà se si rendono conto che se dovessi cercare un residuo dell'antico splendore di Melennor, forse è nei loro cuori che finirei per trovarlo?<br /><br />Continuo ad osservare.</span>Claudio Scaccabarozzihttp://www.blogger.com/profile/12744383330059202863noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-55234569373254916252008-05-04T08:53:00.004+01:002008-05-19T14:14:51.474+01:00Vecchia MelennorParla Lieve:<br /><br /><span style="font-size:85%;">Di questi tempi non c’è quasi nessuno in giro per Melennor durante la giornata. La Città Nuova è piena da scoppiare dal tramonto all’alba, ma di giorno sono tutti ai piedi delle colline, attorno o poco all’interno di Vecchia Melennor, per assistere alle celebrazioni in onore dei morti. Ieri ci sono stata anche io, con Li, Komier ed Antar, in mezzo ai pellegrini a penzolare dalla coda dei chierici di Pelor e di Wee Jas. Oggi, invece, ho fatto solo un giro in mattinata per poi tornarmene qui, a guardare lo spettacolo dall’alto delle mura. Nel silenzio del mezzogiorno di una città vuota, sentivo i cori e le litanie portate su dall’aria fredda dell’autunno, ma la folla accalcata sotto la Porta Sud quasi non si vedeva: la Città Vecchia è grande, grandissima, quasi come l’antica capitale del regno di Lestattia ad immagine e somiglianza della quale fu costruita e quando il sole è alto e la giornata è tersa splende, come se ancora le cupole dei templi fossero coperte d’oro e di ceramiche smaltate, come se torri e guglie continuassero a tendersi verso il cielo, ricamate nella pietra come merletti ed istoriate di pietre dure, bella come solo la Città Sorella della capitale poteva essere. Purtroppo però, basta che s’allunghino appena le ombre o sulla valle galleggi un velo di foschia che la fonte di tanto splendore si rivela in tutta la sua tristezza: sull’antica, dorata Melennor hanno combattuto i draghi, due draghi antichi, per la precisione. A quel che resta delle altissime, possenti mura non rimane altro da proteggere che un groviglio di rovine lacerate e nere per il fumo degli incendi, di pietre che il calore folle del fuoco dei draghi ha fuso e trasformato in una poltiglia simile a vetro, che a mezzogiorno riflette la luce come gemme ed al tramonto s’infiamma come l’eco dei fuochi che quattro secoli or sono devastarono la città.<br />E’ stato il più grande sterminio di massa della storia recente, dovuto a qualcosa di diverso da una guerra. Forse gli elfi ed i dotti ricordano qualcosa di più antico, ma per molti uomini è stato il massacro peggiore e basta, nonché l’origine dell’odio indiscriminato per i draghi che ancora oggi unisce buona parte delle genti dell’antico regno.<br />Entrare a Vecchia Melennor è consentito solo durante i riti, ma se pure fosse diversamente noi della città sulle colline non vorremmo mai metterci piede, non senza un centinaio di chierici almeno ad aprire la strada: circolano brutte storie, storie di nebbie che ti portano via tutta la voglia di vivere nella luce di questo mondo, della rabbia dei morti verso tutto e tutti, verso i draghi, gli dei e noi che respiriamo ancora. Certo, sono le classiche brutte storie ed io che so qualcosa di come nascono non ci dovrei dare troppo peso, ma due giorni fa, mentre noi ci lasciavamo alle spalle la strada che scende dal Passo del Verme, durante le celebrazioni un non morto è effettivamente comparso nella Città Vecchia. Dai racconti deduco che era una cosa cianotica e triste, che Teleute ha facilmente identificato con un ghast: i chierici di Pelor lo hanno fatto letteralmente scoppiare. C’è stata gente che l’ha considerata una parte dello spettacolo, una manifestazione della gloria di Pelor, per quanto non riesca a vedere che gloria ci sia in un plotone di preti che fanno fuori una sola, misera creatura, ma il giorno dopo i cadaveri ambulanti erano due ed oggi sono stati quattro e qualunque persona di buon senso, anche se non conta troppo bene, vedrebbe che questa è una progressione preoccupante. Il contatto della Resistenza nei ranghi della chiesa di Pelor, tale confratello Lein che mi sembra davvero di aver già visto da qualche parte, dice che il suo capo sospetta sia stato trafugato qualcosa dai sotterranei della città, forse un’antica e preziosa spada vampirica chiamata Sakki, la cui lama ritrova filo e potere a dispetto dei secoli bevendo sangue versato per vendetta. Il furto di questo gradevole oggetto potrebbe aver infastidito </span><span style="font-style: italic;font-size:85%;" >qualcosa</span><span style="font-size:85%;"> ed avere innescato questa improvvisa e crescente proliferazione di non morti, perciò, temendo che il nostro amato despota lord Kipper possa non essere estraneo ai fatti, Skid ha deciso di mandare qualcuno a fare delle ricerche. Chi sa chi...<br />Cerco di pensare al filo della spada di Antar, ai pugni di Lì, a Elanor, con i suoi dardi di luce che non mancano il bersaglio ed al rumore familiare dello scatto della mia balestra, penso a Komier, così a suo agio nelle ombre ed al fatto che abbiamo due chierici con noi, ma poi mi viene in mente che ne avrei voluti cento e non sono contenta. Non sono per niente contenta.<br />Entreremo sta notte, per non farci vedere ad arrampicarci sulle mura ed io sarò la prima a tentare la scalata, per aiutare gli altri a salire con le imbragature di corda preparate da Elanor. Già sento il vento gemere attraverso le finestre cieche e so che ogni ombra mi sembrerà viva ed ogni stella riflessa dalla pietra vetrosa sarà come l’occhio invidioso di un morto.<br />Non mi va, proprio non mi va di entrare a Vecchia Melennor.<br /><br />(...)<br /><br />Divelta, spezzata dai draghi infuriati<br />graffiata dal corno di artigli affilati<br />muore o riposa, sotto le colline<br />la Città Sorella, ridotta in rovine.<br /><br />Chi osa violare quel luogo stregato?<br />Qualcuno che sia folle, o disperato!<br />Chi sfida il capriccio della dea Fortuna<br />nella perduta Melennor, sotto la luna?</span>Lieve Cuorazzurrohttp://www.blogger.com/profile/04848177274747752344noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-29563165745335845752008-04-20T07:56:00.003+01:002008-04-21T11:58:37.237+01:00La Mappa nella Mela<span style="font-size:85%;"><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Parla Teleute:</span><span style="font-size:100%;"><br /><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >...Sono rientrata in città da qualche ora, giusto il tempo di concedermi un bagno prima di tornare da voi, pagine, per darvi notizia degli avvenimenti degli ultimi giorni.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Elanor era da pochi giorni mia ospite quando ricevemmo la chiamata da parte di Arman: Skid voleva vederci. Dal canto nostro eravamo impazienti di sapere cosa fosse andato storto alla gola dei passeri, perché, ma soprattutto cosa fosse quella mela di pietra intarsiata che avevamo recuperato. Quella notte scoprimmo che la mela era una mappa con tanto di X in prossimità di Tarsite. Ed è li che Skid ci ha detto di andare, per cercare di capire cosa ci fosse di così importante in quel luogo.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Sfruttando l’afflusso di pellegrini in occasione delle feste dei morti siamo usciti dalla città e ci siamo diretti verso il Passo del Verme. Fortunatamente la neve non era ancora arrivata, percui la traversata non ha creato particolari difficoltà, a meno dell’incontro con alcuni disertori dell’esercito di Melennor ormai dediti al banditismo, con un tasso crudele e un Verme del Gelo.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Superato il passo ci è voluta solo mezza giornata per raggiungere la foresta in corrispondenza del punto segnato sulla mappa. A quel punto le indicazioni erano troppo scarse per poter capire cosa cercare e dove cercarlo, perciò Lieve e Antar si sono offerti di andare a Tarsite per raccogliere qualche informazione, visto che nemmeno io avevo mai sentito parlare di quei luoghi. Lieve ha raccolto leggende e voci più o meno verosimili; abbiamo dato credito al racconto di un vecchio che sosteneva che nel passato la zona era abitata da elfi e che nella foresta essi avevano costruito una prigione, il cui accesso poteva essere scoperto solo se osservato all’alba da un luogo molto in alto.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Il vecchio sosteneva di aver già provato a osservare da tutte le colline che circondano la foresta, ma noi siamo potuti andare più in alto: grazie all’aquila di Aleza siamo riusciti ad identificare un albero su cui all’alba si posavano innumerevoli uccelli.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Arrivati a quel punto della foresta, Lieve si è arrampicata sull’albero ed ha notato come il tronco fosse cavo e interamente riempito di un cristallo verde che brillava nella luce radente dell’aurora attirando gli uccelli.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Dopo una breve ricerca abbiamo scoperto tre pietre levigate su cui erano incise le parole di un indovinello. Risolto l’enigma le pietre sono affondate nel terreno lasciando spazio a tre ripidi tunnel che affondavano nell’oscurità.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Già altri hanno scritto della tragica fine di Mir, che spinto forse da troppo coraggio ma da poca saggezza per primo è entrato in uno dei tunnel esponendosi alla fatale trappola ivi contenuta.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Non è lo scopo di questo resoconto ricordare il nostro compagno caduto anche se resterà sempre il rammarico di non aver usato maggiore prudenza.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >All’interno della prigione le mura erano costellate di scritte in un antico linguaggio, oserei dire in elfico arcaico, così vecchio da risultare quasi intraducibile. Le uniche parole che sono riuscita a comprendere riguardavano il concetto di giustizia. Il primo livello della prigione era costruito come un fiore attorno alle radici dell’albero e tutte le stanze erano illuminate dallo stesso cristallo verde. In questo livello abbiamo dovuto scontrarci con un altra bestia simile a quella già incontrata nelle caverne dei lucertoloidi presso la gola dei passeri: un cane intermittente, lobotomizzato in modo da rendere malvagia una creatura normalmente buona. L’accesso al secondo livello era custodito da alcuni goblin di cui ci siamo liberati facilmente. Qui abbiamo fatto un curioso incontro: una creaturina creata con la magia, un omuncolo straordinariamente in vita nonostante il suo padrone fosse ormai da anni deceduto. L’abbiamo chiamato Meraviglia, in quanto lui sosteneva di essere la meraviglia di Tesla, l’antico e potente mago elfo che plasmò magicamente il cristallo verde organizzando tutto il sistema di illuminazione delle prigioni. Da lui abbiamo scoperto inoltre che le prigioni avevano un nuovo “padrone”, un umano vestito di blu di cui avevamo già sentito parlare dai goblin.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Dopo essere sopravvissuti a scheletri, ragni giganti, e chierici malvagi, siamo riusciti ad interrogare una delle guardie della prigione, che delirando in preda a visioni, mi ha fatto rendere conto della presenza intorno a noi degli spiriti degli elfi che un tempo abitavano queste prigioni. Sospetto che loro potessero sentirmi, sicuramente percepivano le nostre intenzioni perché i loro bisbigli sembravano rassicurarmi, mentre parlavano di massacro e vendetta a i nostri nemici. Tra tentennamenti e sproloqui, con il coltello di Komier accostato alla gola, il nostro prigioniero ci ha rivelato il nome del suo capo: Crakka, un guerriero avido e traditore che noi sapevamo essere al servizio del reggente di Melennor. In realtà è emerso che Crakka stava facendo il doppio gioco: dopo aver rapito Lord Alessen, fratello e tesoriere del reggente della città libera di Nemore, per conto del regime, l’aveva relegato nella prigione elfica all’insaputa del Lord di Melennor, che al momento stava ricattando.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Lord Alessen ha una notevole importanza politica, perché da quando è stato rapito la città di Nemore, da sempre strenua oppositrice del regime di Melennor, ha dovuto cessare le ostilità in cambio dell’incolumità del fratello del re. Nella grande stanza delle celle abbiamo poi snidato Crakka che naturalmente non è sopravvissuto al nostro incontro, permettendoci così di riportare a Melennor sano e salvo Lord Alessen.</span><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:100%;" >Di tutte le cose antiche e incredibili incontrate nella prigione sotto la foresta, soprattutto mi ha colpita la sensazione del contatto con gli spiriti e, nonostante i loro sussurri fossero benevoli verso di me, non so se essere commossa o intimorita dalla scritta che è oggi è comparsa su una delle pergamene, prima bianche, che abbiamo trovato in quel luogo: “Gli spiriti non dimenticano”...</span><br /></span>Teleutehttp://www.blogger.com/profile/00294549079266332547noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-9444906908916720782008-03-12T08:54:00.003+00:002008-03-21T13:22:27.759+00:00PadreA volte la mente fa scherzi e rende meno sopportabile lo scorrere del tempo, ora che non ci sei più. Una volta mi scrivesti di intuire quello che può provare un padre nei confornti dei figli dato che in parte lo provavi per i "Sussurri". Sembra uno scherzo che per avere figli un nano come te dovesse viaggiare fuori dal clan finendo nello sfasciume di Melennor, quando in realtà un disegno ingiusto ti ha privato della bella Dora...<br /><br />Ed eccomi qui, sdraiato su un pavimeno di pietra, coricato fra i sussurri. Fisso il soffitto di questa desolata prigione che fu un tempo lavorato dai delicati elfi di questa regione, le volte sfumate sembrano essere testimonianza dell'eredità sprituale di questo luogo, a dimostrazione di quanto gli avvenimenti di un tempo possano influenzare (almeno in parte) il suo futuro...era un luogo di dolore e sconforto ed ora grazie a noi almeno di dolore lo è ridiventato...questo mi fa chiedere se c'è qualche cosa di sbagliato in tutto questo...<br /><br />Mi rigiro nel sacco mentre il sonno non m'incontra ancora per causa di questo flusso di pensieri...mi ritrovo a guardarli uno ad uno...a parte l'elfa, questi ragazzi sono appena adolescenti per i canoni dell'Antica Razza, e per il Padre, mettono una tale passione in quello che mi pare di poter avvertire una traccia che galleggia appena nell'aria che come un colore (o come diciamo noi Nani, di minerale) si lasciano dietro a risposta delle loro azioni...Vedo la Giada Lavanda, con le sfumature di verde e porpora che galleggia dietro Aleza e sento il flusso della sua magia spumeggiare come le acque di un torrente di superficie, vedo i toni caldi e selvaggi toni ambrati di Antar, vedo il porpora proprio di chi ha la voce della barda Lieve, i toni metallici come quelli dell'ematite vibrano dalla bocca alla ricerca di sapere di Teleute, su Elanor i toni verdi e rossi propri come ben sai, di chi maneggia la magia della morte, i toni caldi dell'Eliodoro su Li che pulsano violentemente dal suo Ki, i toni vitrei dell'ossidiana Arlecchino dietro a Komier che vibra leggero con mille sfumature fra il nero e il giallo dorato, simbolo di un anima che si sa adattare...vibrano come cristalli fratello mio, alcuni di loro germineranno un giorno, forse coltivando anche le proprie competenze e tramite esse...raggiungere loro stessi.<br /><br /><br />Fino a quando non li ho visti non capivo cosa intendessi nel senso paterno, ma ora inizio a capirlo e mi sento un po' padre guardando i loro giovani volti nascosti nel sacco...è vero fratello, eri padre ed ora...lo sono anch'io.Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-68791611252356339182008-02-16T16:38:00.004+00:002008-02-17T11:32:48.417+00:00gradini...Prala Limahar...<br /><br />Maestro...non so se leggerai mai il nostro diario, ma spero sempre di onorarti con il mio comportamento.<br /><br />Gradini in salita. Gradini in discesa. Una metafora più che ottima per lo scorrere del nostro tempo, e i percorsi delle nostre vite. <br /> Vaghiamo per corridoi deserti e stanze abbandonate. Solo mostri o essere abominevoli ci sbbarrano il passo. Tutte creature che non comprendono il vero fine di questo luogo.<br />Sembra molto di più il tempo che stiamo passando quì. Sembra sia trascorso molto più tempo dacchè Mir ha fatto la fine che ha fatto... Ammetto signore, di non avere ancora intuito il motivo di una così prematura fine, e forse non mi è dato saperlo, ma se tu con i tuoi pari l'avete chiamato a voi, un motivo c'è, e come solito ubbidisco e proseguo.<br />Abbiamo quasi rischiato di perdere un altro compagno. Komier era stato baciato da un Vargouille, una di quelle creature mostruose di cui parlavo. Per fortuna siamo riusciti a portarlo in tempo alla luce del sole per fermare la trasformazione che l'avrebbe reso anch'egli un mostro.<br />Non so se è stato per caso o per una macchinazione superiore, ma al nostro riaffiorare in superficie, abbiamo incontrato il fratello del nostro compagno scomparso. Ammetto che appena l'ho visto l'ho scambiato per un fantasma, uno spirito venuto a reclamare vendetta, e sono felice di essermi sbagliato, anche se...non sono così felice di aver con noi il fratello di Mir.<br />La perdita di un compagno di viaggio è un peso che ci siamo spartiti tra di noi, una pietra che resterà sempre in bella vista, per indicare che noi, i "sussuri di guerra", non siamo poi così bravi. Ma avere al fianco un parente del deceduto, che il solo fissarlo ti fà tornare in mente i tuoi errori, è decisamente peggio.<br /><br />Ripartiamo, decisi e veloci. Troviamo gli ultimi goblin che tentano di resistere alla nostra avanzata. Ma...sono come paglia. Prendono fuoco e si spengo in un istante.<br />Quello che troviamo dopo però e decisamente spiazzante.<br />Non-morti. Creature che si ostinano a non voler oltrepassare il velo che conduce alle sale splendenti, ma per fortuna sia Teleute che Midir sono vicini alle loro divinità. Almeno abbastanza per intimorire gli scheletri, al che, per me,Antar e Midir risulta un gioco ricongiungerli al sonno eterno.<br />Spero che le loro anime ci siano grate almeno per questo.<br />Solo poi ci accorgiamo che ora dobbiamo scegliere come continuare, ancora una volta.Limaharhttp://www.blogger.com/profile/04921197131910759050noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-23773329873346838982008-02-16T13:16:00.002+00:002008-02-16T15:35:34.336+00:00L'ultimo piantoParla Midir del Clan Volund:<br /><br />Un sentiero ritrovato.<br />Finalmente vedo il bordo della gola comparire assieme al verde della foresta. Vedo i due umani di ritorno dal villaggio: Lieve la barda e Antar il barbaro sono tornati a confondersi nel verde. Resterò in attesa come sempre. Vorrei semplicemente scendere dal costone e abbracciare mio fratello, restare al suo fianco ancora una volta…ma non posso: gli ordini non si discutono ben che meno quelli del clan…<br /><br />L’ultima notte.<br />Nella notte mi sveglio di soprassalto, l’occhio della mente è destato. Il simbolo del Martello che porto al collo pulsa lievemente illuminando a tratti con luce azzurra i dintorni. Cerco di ragionare con calma ma mentre passano i minuti una verità sempre più schiacciante stringe le corde del mio cuore che per poco non perde il suono. I Sussurri. Deve essere accaduto qualche cosa…lo sento.<br />Il mio petto non sente ragioni, pulsa come poche altre volte… Costringo la mia mente a calmarsi…ora non posso fare nulla, e anche se avessi sentito bene una presenza impreparata è solo di svantaggio… manca poco all’alba. Presto il padre udirà le mie preghiere solo allora vedrò che fare…<br /><br />Il Mattino.<br />Il sole illumina i pini mentre affondo lo stivale nel terreno della conifera. L’odore della resina è forte, mi pervade avvolgendo tutto. Dopo qualche ora trovo una grotta. Allento la guardia del martello e mi avvicino. Poi mi fermo mentre fisso lo sguardo negli occhi di un umano: è uno dei sussurri…non doveva vedermi, almeno…penso.<br /><br />Dopo un’ora.<br />Non è andato proprio come pensavo. Cos’ì come accade spesso cambia il volto d’ogni cosa il profumo della resina non mi avvolge più. Sento solo le lacrime che scorrono sulle guance e sulla barba. Capisco di essere fonte di imbarazzo per qualche duno quindi cerco di ricompormi. Mio fratello Mir è morto servendo il clan e ora io prenderò il suo posto.<br />Poche parole, mi spiego. I “Sussurri” come li chiamava mio fratello sono guardinghi. Bene! Non sono ne incauti ne stupidi, mio fratello aveva ragione a rispettarli. Poche parole e mi spiego per fortuna mi accettano. Ora devo dimostrare la mia utilità, ricoprendo il buco lasciato da mio fratello.<br /><br />…non so perché ma nel dire queste parole qualche cosa li ha fatti sorridere…sarà un usanza umana…<br /><br />Nell’oscurità.<br />Gli occhi mi bruciano per la polvere di scheletro…per un attimo rimango solo con me stesso. Gli occhi chiusi. Dietro di me avverto il respiro a mantice di Antar che rallenta piano dopo la battaglia, sul fianco i passi leggeri di Lim… Cosa faccio qui? Padre dimmelo Tu. Dimmi che non sto solo cercando di dare uno sfogo razionale alla frustrazione di aver posato il ginocchio dinnanzi alla tomba di mio fratello Mir. Dimmi che in tutto qusto c’è un disegno più grande… Permettimi di ascoltare il mio cuore e di sentire che in realtà il pulsare alterato dipende solo dalla devozione che provo per Te e per il mio clan, non dall’aver perso mio fratello.<br /><br />In fondo non piango per il fatto che mio fratello è morto operando per il clan, ma per il fatto che se è andato senza che sapesse quanto lo amassi. Siamo stati insieme per quasi cinquant’anni è come se una parte di me non vivesse più.<br />Basta. Non ha senso continuare a torturami. La verità è una parte del mio cuore ha accettato e capito quanto successo, e proprio rendermene conto, mi strazia.<br /><br />...un piede dietro l’altro…<br /><br />Cosa faccio qui? Forse comincio a capirlo. Mi guardo attorno nella sala di questa prigione elfica. Le ossa degli scheletri ora sono solo frantumi. In questa sala antica situata nelle viscere della roccia sotto alla foresta di conifere, posso sentire i nostri cuori che battono nella luce e nella semi oscurità. Per un attimo scorgo una donnola che mi osserva dallo zaino di Elanor, la maga. Lo fa in modo furtivo ma da quello sguardo capisco che non ama troppo i rumori della battaglia. Sorrido appena dietro i baffi... Mir credeva con in quello che stava facendo con queste persone ed io per tempo ho aspettato di poter agire al uso fianco. Ora sta a me…a noi…o come li chiamava Mir "I Sussurri".<br /><br />Riapro gli occhi che minacciano di ridiventare lucidi. Padre guida l’anima di Mir fino al tuo cospetto e digli che non verserò più lacrime per lui fino a quando lo riabbraccerò nelle tue sale…alla fine di tutto…o all’inizio…questo per ora non mi è dato capire.<br /><br />Uno sguardo attrono e quel nodo alla gola inizia a sciogliersi. Mi avvicino piano lasciando che l'aria vibrasse al vigore del mio fiato:<br />"Bene. Cosa facciamo ora?"Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-4232726420043207622008-01-04T11:31:00.000+00:002008-01-09T16:16:03.915+00:00BuioStolti, stolti fummo a lasciare andare il nostro compagno in quell'antro tetro... di prigioni parlavano le leggende....<br />Qualcosa annebbiava le nostre menti, qualcosa ci impedì di vedere il pericolo che chiaramente si stagliava davanti ai nostri occhi ciechi. Non sfiorò la mia mente il pensiero di utilizzare le mie corde per offrire a Mir una protezione seppur ridotta... nulla suggerì a Komier di cercare insidie nel buio di quel tunnel... non si scosse l'acuta mente di Teleute... non si risvegliò l'infallibile intuito di Lieve, nè si ribellò il sesto senso di Aleza...<br />Abbiamo pagato caro il nostro errore e la leggerezza delle nostre menti, un compagno è caduto, ci ha lasciati precipitando per decine di metri di vuoto, con un feroce clangore di metallo che grattava contro la nuda roccia di quel budello, schiantandosi inesorabilmente sul fondo di quel pozzo che pareva senza fondo...<br />I nostri occhi indugiano sulle pietre che abbiamo posto sul luogo in cui Mir trova ora riposo; "i nani tornano alla terra" rispose Teleute con voce rotta quando Lieve chiese come avrebbe voluto essere sepolto il nostro compagno.<br />Che il Grande Padre a se conduca senza esitare il tuo Spirito, Mir del Clan Volund.Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-67433527703504852152007-12-20T15:52:00.000+00:002007-12-20T15:53:15.842+00:00Ululato di servizioMi fermo per un attimo ad ammirare le bianche vette mentre fra le rocce e i nevai riecheggia lieve la cupa fanfara dei nostro cammino: la mazza pendente che sbatte contro il bordo dello scudo, i quadrelli che danzano nelle faretre sigillate. In questo profondo silenzio gli archi e le balestre sbatacchiano contro le faretre come note vibranti uscenti dalla stessa bocca, quella bocca: I Sussurri... Il freddo della neve testimonia la sua presenza con lo schiaffo del freddo sulle mie ginocchia ingiungendomi a riprendere il passo e a chiudere la fila. <br />Molti pensieri affollano ora la mia mente, tanto piccola di fronte all’immensità dei nevai. Tra di questi uno galleggia dal profondo rimanendo a galla più a lungo, e con piacere gli do vita, lasciando che l’aria disperda le mie parole accompagnandole fino ai miei compagni:<br /><br /><br />“Buon Natale Sussurri, farvi gli auguri di persona questa settimana sarebbe stato di sicuro più intenso anche se cos’ì non è stato. Lasciate aperto una porticina la sotto per far entrare il calore di questo sentimento che mi riecheggia nel petto a ricordarmi della bellezza della vita di quanto possa stupirci ogni giorno in bene e purtroppo anche in male”.<br /><br /><br />Ps. Spero che tutti i lettori di questo post mi perdonino se ho usato questo modo per fare gli auguri di Natale su un sito che contiene del materiale ritenuto (essendo Fantasy) non cristiano; ciononostante, mi scuso per non essere intervenuto come Mir del Clan Volund ma col suo alter ego di carne e spirito.<br />Buon Natale ragazzi e (anche se spero di vedere tutti voi prima) felice 2008!<br /> LeleUnknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-22602743507209262622007-11-30T14:14:00.000+00:002007-12-07T10:21:18.674+00:00Qualcosa su Lieve: quattro penneParla Lieve:<br /><br />Ci sono quattro penne nel mio astuccio di cuoio e poche cose a questo mondo contano per me come quell’astuccio. A volte a guardarlo provo un po’ di pietà per me stessa: ho diciassette anni e da sei riesco a scrivere senza macchiarmi le dita, ma la neve non è ancora caduta due volte da quando ho trovato il coraggio di comporre qualche cosa di mio pugno. Conosco le storie, le grandi storie, quelle scritte con lettere vive e versi fluidi come un fiume senza gorghi, come volute di nebbia attraverso le quali le corde di un liuto da due soldi vibrano con una pienezza che non è la loro e la mia voce sembra dolce di miele e forte come la tempesta, che riempiono la testa e fanno spalancare gli occhi. Sono poche le storie così e mi entusiasmano tanto quanto mi fanno sentire annichilita dal confronto. Mi piace pensare che prima o poi saprò tessere anch’io le parole a quel modo ed è per questo che ci sono quattro penne nell’astuccio di una ragazzina che ha scritto poco e niente: tante ne servono a chi aspira ad essere grande nell’arte, poichè la punta della penna che ondeggia mentre scrivi può distrarre l’attenzione e l’emozione, ma se l’aspetto di questa corrisponde al sentimento che si vuole trasporre nel canto, allora diventa un'immagine che lo tiene presente alla mente, mentre disegna sulla carta il tuo sentire. Questo credeva il mio maestro e poichè lui non è più qui per insegnarmi ancora, le parole che mi ha detto sono l’unico sentiero per la mia speranza di raggiungere, un giorno, la sua altezza. La sua voce calda e ruvida, come muschio sulla corteccia di un pino recita ancora, nella mia memoria:<br /><br />“Una penna d’oca, pulita e liscia, per la commedia e per le cose semplici e belle. <br /><br />Una penna nera strappata dall’ala di un corvo, per la tragedia e per le luci oscure, per la notte che cavalca e per il fango, per la paura che non ci sia speranza.<br /><br />Una penna di cigno per l’epica e la gloria degli eroi, per i cieli limpidi al di là del temporale, per la promessa dell’aurora.<br /><br />Una penna di pavone, iridescente e lunga, con la punta cosparsa d’argento ed un ampio, perfetto occhio multicolore. Con essa scriverai soltanto una canzone, quella che ti varrà un posto nella storia. ”<br /><br />Con la penna d’oca, come tutti, solitamente scrivo. La faccio scorrere adesso sul foglio con le mani finalmente calde per il focolare vicino, nella mia stanza alla taverna di Arman. L’ho comprata io, fino ad oggi è la sola con cui qualche volta ho composto. <br />Quella nera l’ho impugnata per l’ultima volta là, nella gola dei Passeri, durante il mio turno di guardia, in quelle due ore di riposo che siamo stati costretti a concederci mentre inseguivamo il mago e ricordo ancora la sua ombra contro il fuoco, ma per me non ha mai scritto versi. <br />Guardo la candida penna di cigno con una vaga speranza che irrido io stessa: non mi sono impegnata con la Resistenza per trovare una canzone e meno male che non l’ho fatto! Anche se qualche parte di me s’illude di incappare nell’ispirazione tra una notte all’addiaccio e una sudicia bestia che ti salta alla gola da un angolo scuro, scopro che rievocando quello che abbiamo passato riesco solo a pensare quanto siamo stati sciocchi, a quante volte la nostra ingenuità o le abilità non proprio affinate ci hanno fatto rischiare la pelle. Adesso che è finita bene, che abbiamo preso il fuggiasco e portato a casa i nostri corpi sostanzialmente interi, mi sento molto fiera del nostro operato, ma non riesco proprio a vederci dell’epos. Oh sì, siamo stati eroici, ma dell’eroismo di chi è tanto piccolo che una cosa piccola è troppo più grande di lui! Dovrei raccontare qualcuna delle nostre idiozie, per ricordarmele nel caso prima o poi mi venga voglia di metterle in rima. Non ora però, magari domani...grazie a Fharalanghn, adesso non c’è fretta.<br />In quanto alla mia penna di pavone, riposa nell’astuccio sul velluto rosso. Come quella del corvo e del cigno e come l’astuccio stesso non apparteneva a me, ma mi è stata lasciata dal Bardo della Luna, che suonava per il Re in persona alla corte di Melennor prima che questa diventasse la città del fango e che per mia immensa fortuna mi fece da padre e fu mio maestro. Un’unica volta, da lui, è stata intinta nell’inchiostro. <br />Spero solo di avere abbastanza talento e di vivere abbastanza a lungo per usarla.Lieve Cuorazzurrohttp://www.blogger.com/profile/04848177274747752344noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-89403583110513227092007-11-22T19:34:00.001+00:002007-11-23T09:51:35.910+00:00<p class="MsoNormal">Parla Elanor...<br /></p><p class="MsoNormal">Il fuoco della torcia crepita, mescolandosi al sommesso russare del nano addormentato poco distante. Il freddo umido della grotta mi penetra nelle ossa indolenzite… da quanto tempo non dormo in un letto? Non ricordo…forse è passato troppo tempo, o forse troppe sono le vicende accadute… i fatti si accavallano l’uno sull’altro…i ricordi si mescolano, la paura, la confusione l’ansia per ciò che sarà sbiadisce i ricordi e annebbia la mente. No Elanor, la tua forza risiede nella tua mente, non lasciare che i sentimenti ti attanaglino, non permettere al Caos di piegare i tuoi pensieri. Concentrati…non lasciare che la mente vacilli, medita…</p> <p class="MsoNormal"><span style=""> </span>Chissà cosa sta succedendo là fuori, da ormai quasi una luna sono fuggita da Melennor e dal mostro, il regime..quel regime che mi ha portato via tutto, come ha fatto con tutti coloro che come me sono fuggiti…o sono morti. Melennor, la Città Sorella…che come me porta nel proprio nome il segno del Sole. Ma quale sole risplende ormai su di noi e sulla nostra città? Nessuna luce rischiara più il cielo, quel cielo oscuro e gonfio di pioggia che mi osservava minaccioso mentre fuggivo… si stende ancora nei miei ricordi, davanti agli occhi della mente. Mentre il fango rendeva sempre più faticoso ogni passo invischiando le mie caviglie, mentre la pioggia mi chiudeva gli occhi e mi incollava le vesti addosso, sentivo il peso della sacca di cuoio che avevo con me e che rappresentava l’ultimo piccolo frammento della mia vita, l’ultima traccia di ciò che fu…i miei libri, la fonte del mio sapere…. I pochi che sono riuscita a salvare dalle fauci bavose del mostro…</p><br /><p class="MsoNormal">due giorni dopo...</p><br /><p class="MsoNormal"></p>Apro gli occhi..per un attimo cerco con gli occhi i giunchi che facevano da tetto a me e a Seirei, in quella sperduta valletta chiusa al di fuori della grotta…la piccola donnola è come al solito appallottolata sotto l’incavo del mio braccio respirando silenziosamente addormentata. In un istante tutto mi torna alla mente e nitidamente ricordo: non sono più in quella angusta valletta deserta, non sono più in quell’umida grotta popolata da creature fetide…non sono più sola. Ho incontrato quella gente che mi aveva fatto così paura, all’inizio… che mi era sembrata tanto strana, poi…e che è invece così simile a me, ora. Ho incontrato qualcuno che non si è arreso, che come me vuole fare qualcosa, ora forse, non più sola, anche io potrò fare la mia parte. <p class="MsoNormal"><span style=""> </span>Giro lentamente la testa: dall’altra parte della stanza nel letto rannicchiata sotto le coperte dorme Teleute: quella ragazza…anzi no, quell’elfa, mi era apparsa tanto indagatrice e misteriosa all’inizio, ma forse era solo colpa mia e dei miei stupidi pregiudizi. Non era indagatrice, era interessata, non era misteriosa, solo schiva… forse è l’aura degli elfi che me l’ha fatta apparire così… E’ molto simile a me…e possiede tutti quei libri…forse, ora, potrò continuare i miei studi…forse tra tutti quei volumi, sono nascosti libri di magia, come quelli che ho dovuto abbandonare nella casa di mio padre…</p> <p class="MsoNormal">Lentamente mi alzo rabbrividendo al tocco gelido del mattino; allungo una mano verso i miei libri: appoggio il palmo sulla copertina di pelle screpolata e ammuffita del mio libro degli incantesimi, unico superstite…dove saranno tutti gli altri…forse bruciati..o forse a fare da lettiera alle bestie schifose compagne di quegli esseri immondi, indegni del nome di uomini, che ci hanno gettato nel caos…</p> <p class="MsoNormal">Apro lentamente le chiusure del pesante tomo che porto sulla ginocchia; sento nelle narici l’odore acre, ma così familiare, della carta consumata che sento scivolare sotto le mie dita. Inspirando profondamente richiamo tutte le mie forze e socchiudendo gli occhi mi immergo nella meditazione, mormorando a labbra serrate il saluto a Boccob…</p>Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-91851229727613521542007-11-12T10:53:00.000+00:002007-11-18T12:27:10.917+00:00Alla gola dei Passeri<span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Parla Mir:<br /><br />Di Guardia in attesa.<br />Siamo degli estranei in questa gola, perfino le rocce avvertono la nostra presenza e come miti guardiani attendono: poche parole, un nostro gesto, le balestre gementi vengono caricate.<br />In attesa: Komier da un lato della gola e io dall’altro.<br />Passano ore in cui odiamo soltanto il sommesso suono sporadico delle nostre voci.<br />La notte risuona melodica nel bosco alle nostre spalle mentre ogni particella del nostro essere è protesa verso la bocca della gola nell’attesa degli altri “Sussurri”.<br />Dove sono finiti i “Sussurri”? Sono passate ore e non colgo nessun segno del loro possibile ritorno, e questo significa solo due cose: i ragazzi hanno acchiappato il mago fuggitivo e stanno tornando oppure quel codardo incantatore ha trovato qualche modo per scappare via. Volando?<br />Lasciamo che il tempo quieti questi tarli, il tempo lo fa sempre…<br /><br />Tamburi.<br />Altre ore e qui non si vede ancora nessuno. Un rombo, no passi e.. tamburi! Dietro di noi!<br />Fra gli alberi ad alcune centinaia di metri sentiamo muoversi un gruppo di persone…sembrano un esercito.<br />Uno sguardo e Komier ed io ci lanciamo nella gola nebbiosa consci che dove ci trovavamo non c’era nulla per occultarci, almeno non da così tante persone.<br />Komier incespica dietro di me, per Moradin! Gli umani non vedono al buio me ne dimentico sempre. La luce della torcia ci renderebbe bersagli, se già non lo siamo, quindi lo prendo per il braccio e lo guido senza luce. Sì mi segue. Ce la possiamo fare.<br /><br />Diavoli, mi viene da pensare che i nostri inseguitori abbiano alle spalle i padroni con le fruste! Non so da quanto camminiamo, ma quelli non demordono.<br />Passi regolari e leggeri, sferragliare sommesso. Diamine! Questo è davvero un esercito.<br /><br />Il sonno.<br />Sono passate alcune ore, almeno penso. Nelle ossa sento che fra qualche ora albeggerà e stremati ci riposiamo. Il tepore del sonno mi avvolge come un veleno stordente…che ne è dei ragazzi? A parte Teleute, l’Elfa che vede come me l’età a modo suo, gli altri sono tutti giovani, forse troppo… Per gli umani la vita scorre in modo diverso, ma che ne è della promessa che mi ero fatto di stare loro accanto con la mia esperienza tratta da un vita già lunga? Che ne è dei propositi che mi ero fissato di affiancarli e guidarli se necessario con quello che la vita mi ha già donato? Mi sento in debito… Non ha senso che ora il pensiero mi tenga desto, ho poche ore di riposo e domani devo essere lucido e pronto, e se Moradin lo concede potrò essere d’aiuto anche ai miei compagni. Chissà…<br /><br />Il sole.<br />Il risveglio ha l’effetto di un dopo sbronza. Komier è piuttosto pallido, ma non mi preoccupo: il ragazzo è uno di quelli che ha mille risorse. Supplico Il Padre di infondere in me la sua benedizione e forse mi ascolta: la valle avvolta nelle nebbie si rischiara permettendoci di vedere oltre le nubi basse. Per il Padre! Dove è finito quell’esercito? Nessuna traccia, eppure un armata di almeno cinquecento uomini dovrà pur lasciare qualche segno?! Forse sto davvero diventando vecchio…<br />Poi Komier mi chiama: vedo una baracca sull’altro fianco della valle. Magari chi vive lì ha visto i ragazzi.<br /><br />Il movimento armonico del cavallo mi riporta alla realtà, abbiamo svaligiato una casa vuota: coperte, vino, cibo e due cavalli, fra me e me voglio pensare in prestito…<br /><br />La grotta.<br />La prima grotta più giù nella valle era cieca, ma questa seconda ha un ventre profondo e per nulla caldo. Komier è sempre più pallido, gli offro un goccio, ma rifiuta. Capisco che se chiedessi altro offenderei il suo orgoglio, quindi taccio e penetro nella grotta. La balestra spianata nella mano, appoggiata sul bordo dello scudo, e gli occhi che scavano nell’ombra rischiarata della torcia tenuta da Komier.<br />Nel cunicolo si trovano i resti di un pasto di qualche animale, non sembrano le ossa dei miei compagni…<br />Rumori. Bene! Qualunque cosa sia li accoglieremo. La torcia si spegne mentre una luce si incammina verso di noi. Passi leggeri e pesanti. Sono almeno in due, due che presto assaggeranno il mio acciaio.<br />Per fortuna riconosco i ragazzi della taverna proprio mentre sto per uscire da dietro una roccia caricando. Sono loro li abbiamo trovati.<br /><br />Insieme.<br />Mi sento un po’ padre mentre leggo il sollievo seguito dalla preoccupazione ci cosa ci ha condotti qui sui volti degli altri “Sussurri”. Poche parole e tutto è chiarito: ora sanno perché siamo qui e noi scopriamo che il mago bastardo è scappato nelle viscere nere della caverna. Li guardo in faccia in qualche modo disteso di saperli incolumi: la caccia ricomincia.<br />La caverna è nera davanti a noi, ma non provo agitazione. Mantengo la calma, è il momento di non lasciarsi andare alla fatica.<br />Lasciamo che il tempo faccia il suo gioco, il tempo lo fa sempre…</span>Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-26418564321388552502007-11-07T18:00:00.000+00:002007-11-07T19:02:41.049+00:00Fantasma<span style="font-family:trebuchet ms;font-size:85%;">Parla Teleute:<br /><br />"...Finalmente riposiamo. Sono passate più di 24 ore da quando il viso di Skid è stato rivelato al nemico, mettendo a repentaglio quello per cui stiamo combattendo. 24 ore di marcia ininterrotta a rincorrere il fantasma dell'unico superstite della battaglia, colui che ad ogni costo dovrà morire.<br />Lo abbiamo quasi preso una volta, ma come la nebbia ci è scivolato tra le dita. Non gli ho sentito pronunciare che incantesimi semplici, incantesimi che ogni mago conosce, ma purtroppo terribilmente efficaci. Ci è sfuggito evocando una cavalcatura che lo ha spinto lontano da noi. Bastardo. Ora siamo in questa caverna, aberrazioni ci attaccano dall'ombra e la stanchezza ormai esige che le venga pagato il tributo che le spetta.<br />I miei compagni sono stremati. Mir e Li sono stati feriti in profondità e per fortuna ho scoperto che anche il nano ha la magia per curare le ferite, da sola non ce l' avrei fatta.<br />Ora è meglio riposare, presto l'inseguimento giungerà al termine..."</span>Teleutehttp://www.blogger.com/profile/00294549079266332547noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-5571212819383797892007-10-27T15:19:00.000+01:002007-11-01T16:30:01.338+00:00Osservazioni all'alba.<span style="font-size:85%;">Succede, rare volte, che io non mi senta in diritto di osservare le vite dei mortali. Mi sfiora una sgradevole sensazione di sopruso e la voglia strisciante di distogliere gli occhi dai loro cammini tenta di penetrare le mie difese. Tuttavia non accade mai, nè potrebbe. Io sono Sguardo Oltrenube e questo è il mio ruolo nell'universo. Quanto a loro, strisciano sul mondo pressochè inconsapevoli di quel che li circonda, spesso anche di se stessi, ma in alcuni è possibile scorgere una scintilla di speranza e di grandezza.<br />Fiammelle tremolanti si accendono ogni giorno, ogni giorno per lo più si spengono.<br /><br />I viandanti di questo particolare sentiero mi divertono, questi "Sussurri di guerra", un nome appropriato. Come i sussurri celano per quanto possono il loro segreto, come i sussurri sono ancora lievi e deboli, tramano con pazienza, anelano a divenire assordanti grida, sperano che un grande coro si unisca presto a loro.<br /><br />Li osservo adesso, penetrare nelle viscere della roccia alla ricerca di un solo uomo, scoprire che non uno è il nemico che vi troveranno, nè certo un uomo. Leggo nei loro pensieri il dubbio dell'errore, l'ansia della scelta, il terrore di avere sbagliato strada, di essersi smarriti a causa di un'interpretazione inesatta. In alcuni alberga un tarlo ben più sottile e malefico. Tanta fatica per un oggetto apparentemente inutile, stupido frutto scolpito, e per un uomo che non conoscono.<br /><br />Ammiro ed insieme compatisco gli uomini. Agiscono pur senza conoscere la verità, pur non avendo il dono di vedere oltre le maschere, al di là dei volti e dentro il fondo degli occhi. Hanno questa cosa chiamata fiducia, difendono i loro sogni pur non avendo idea precisa della loro natura, lottano per scopi che non hanno ben chiari. Quelle rare volte di cui dicevo, un altro desiderio visita fuggevolmente i miei pensieri: quello di svelare loro come stiano realmente le cose, informarli di quali sussurri vengano tessuti dai loro nemici, dire loro cosa fare, poichè io non posso sottrarmi alla verità delle cose. Ma questo è ciò che farebbe un dio, e gli dei stessi sono solo uno dei protagonisti del dramma che osservo. Limitati nella loro scienza, essi agiscono. Io non sono un dio, sono lo Sguardo Oltre la nube. Non agisco, osservo. E continuerò a lungo.</span>Claudio Scaccabarozzihttp://www.blogger.com/profile/12744383330059202863noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-31241035348422189282007-10-16T13:49:00.000+01:002007-11-14T15:33:41.439+00:00Skid il Verme<span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Parla Lieve:</span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" ><br /><br /></span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Carta gialla, macchiata di terra e dell’impronta di polvere e sangue delle nostre dita sporche, quale altra traccia t’aspetti che lasci sulla tua grana grossa? Cosa scriverà la cantastorie con la sua penna di corvo, schivando l’ombra mobile di questo fuoco che muore? </span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" ><br /></span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Saranno versi saturi del fumo dei bivacchi o risonanti come scudi del clangor della battaglia, saran parole vive o stanche o sciocche capriole del pensiero per farsi beffe della verità? </span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" ><br /></span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Macchè, niente di questo temo: niente versi per Lieve stasera, in questo tempo che non ha eroi, perchè tutti lo sono; niente versi per le nostre mani fredde e le mie labbra già spaccate dal vento dell’autunno, per il bosco alle nostre spalle e per la gola di roccia, la Gola dei Passeri, che fa da teatro al nostro inseguimento. Lo prenderemo il mago? Lo prenderemo l’unico superstite nemico del nostro primo, schifoso combattimento assieme e per la Resistenza?</span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" ><br /></span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Dobbiamo prenderlo, perchè ha visto in faccia Millepiedi. L’abbiamo visto in faccia tutti, scoprendo un viso che già conoscevamo: Skid, Skid il Verme. Skid il Verme, l’esattore delle tasse, Skid il Verme con il manto di visone, Skid il Verme a cui la gente, quando può, sputa nel piatto e lui che lavora per noi, da quando è cominciato tutto. Skid il Verme è un infiltrato della resistenza e l’uomo che due notti fa ci ha battezzati, in una stanza teatralmente buia tra gli intricati corridoi sotto la taverna di Aram il Bue, nascosto in un mantello e nella maschera che ora indossiamo tutti noi, ma che lui non porta più. E’ andata in pezzi durante lo scontro, la maschera di Millepiedi, spaccata a metà da una freccia, gli scacchi irregolari rossi e neri che per un momento si mischiano gli uni negli altri, nella luce magica del pugnale di Teleute. Gli ha salvato la faccia, ma non l’identità e con quel che dev’essere costato a quest’uomo mantenere la sua copertura di viscido servo del nemico in mezzo al disprezzo di tutti, forse avrebbe preferito un volto sfigurato. L’avevo preso in giro, quella sera alla locanda, io che fino all’altro ieri non ho saputo far altro per la mia gente che stordirla ed impedirle di pensare, ricevendone in cambio soldi, vino e acclamazioni. Perdonami Skid, adesso andiamo a prenderti il fuggiasco e a cavargli quel che ha visto direttamente via dagli occhi. Ci hai trattato come fossimo bambini l’altra notte, la voce impostata un pò da vecchio saggio e come un padre ci hai persino dato un nome. Ci hai parlato della fiducia che, senza garanzie, eravamo costretti a riversare in te, del guaio in cui ci eravamo cacciati e di come non ci fosse marmellata da rubare. Hai provato a farci un po' paura e magari ci sei pure riuscito, ma hai sbagliato se pensavi che un tremito sfuggisse alla ragazzina fragile figlia del bibliotecario, che il druido si piegasse sotto il peso della pietra dei cunicoli o che la cantastorie non fosse pronta a piangere. Forse siamo ingenui, inesperti di sicuro, ma ne abbiamo viste abbastanza per non essere bambini. Ci abbiamo pensato molto forte molto a lungo e alla locanda di Arhman il Bue, mentre i carboni si spegnevano del tutto in fondo al focolare, sapevamo che cosa stavamo per fare, come ora lo sappiamo. Sono disposta a rovinarmi le dita e la voce, imparerò a sopportare l’odio degli amici, se servirà, come ha fatto Skid il Verme, per smetterla di trascinarmi in questo mondo massacrato, per dare un contributo, seppur misero, a questa lotta appena nata, per riportare alla mia gente, a tutte le genti, un sovrano che le nutra e le protegga, perchè adesso c’è qualcosa in cui credere e per cui combattere.</span>Lieve Cuorazzurrohttp://www.blogger.com/profile/04848177274747752344noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-63711496756887412942007-10-12T19:59:00.000+01:002007-10-13T12:21:02.646+01:00Strade...<p class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;">Parla Limahar:<br /></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-size:85%;">...Melennor, una città con così tanto potenziale che tutte le volte che la guardo camminando per le vie mi si stringe il cuore.<br />Orfani corrono per le strade lastricate. Mi sfrecciano accanto inseguiti da grassi commercianti intenti a proteggere la propria mercanzia appena sottratta. Stranieri armati girano per strada facendosi chiamare guardia cittadina. Pustole. Sono solo un'altra pustola sulla pancia grassa di una terra che merita di più.<br />Io sono Limahar dei Butar-Na-Seil. Molti in città mi conoscono solo come Li, e non sono pochi; disgraziati, poveri, artigiani e carpentieri che la sera passano all'affollata taverna di Arman <i>il Bue a</i> farsi un goccetto o per annegare i dispiaceri nei boccali e gli alcolici che Arman dispensa a un prezzo onesto.<br />Questa sera di gente ce n'è, e tra questi alcuni anche fin troppo carichi di malumore, stizza e odio contro il "dittatore", così alcuni lo chiamano, il "tiranno" o l'usurpatore!<br />Da quando i Lestat se ne sono andati qui dicono tutto sia peggiorato, ma io non posso saperlo, io arrivo da fuori dai monti, dove sorge il monastero di Montecavo, ma anche questa è un'informazione che pochi conoscono, o meglio, che a pochi interessa.<br />Faccio un segno ad Antar, il grosso ragazzotto che si occupa di sedare le risse, ci conosciamo da un bel po', forse è quello che conosco meglio di tutti tra Noi. Sa come raffreddare gli animi. Lo fa molto bene, a volte con troppo impeto, ma non vuole che il locale si rovini.<br />Arman ci ospita ad entrambi, e se serve offre un posto anche agli altri.<br />Già gli altri. Mir e Komier, un nano e un umano che lavorano dal fabbro. Teleute, una giovane elfa amante dei libri. Lieve, una donna, un bardo. E Aleza, una druida.<br />Noi siamo alcuni di quei pochi che si sono imposti di raddrizzare i torti e sistemare il tutto...o almeno di provarci.<br />Questa sera ci siamo tutti e sei Noi. Perchè proprio questa sera? Perchè questa sera tutto avrà inizio. La serata prosegue come sempre, gente che và, gente che viene, gente che fa chiasso, ma ne io ne Antar siamo costretti ad intervenire.<br />Poi arriva Skid. Skid il verme. L’unico funzionario regio che non si è dimesso dopo l'usurpazione del trono. La gente lo odia.<br />Arman lo unge, lo tratta bene, sa che tenerselo buono è sempre un bene. Non tutti sono così lungimiranti.<br />Antar non ha nemmeno bisogno di avvertimenti, continua a tenere sott'occhio tutti i clienti del locale, io inoltre annacquo un po' le bevande. Non voglio che Arman ci vada di mezzo.<br />Anche questa passa, non senza qualche botta e qualche rimprovero.<br />Poi quando il locale è vuoto, Antar ci porta da colui che dovrebbe dirci cosa fare.<br />Ci dà un nome "Sussurri di Guerra" e ci dà una prima missione.<br />Il ritrovo è alla vecchia torre di osservazione, da li poi sta a noi e alle indicazioni di Millepiedi, il nome in codice del nostro contatto.<br />La strada è davanti a noi...vedremo dove i nostri passi ci porteranno...</span></p>Limaharhttp://www.blogger.com/profile/04921197131910759050noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-2754794356027053752007-10-12T15:44:00.000+01:002007-10-13T15:02:42.290+01:00Un' altra tacca<span style="text-decoration: underline;"></span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Parla Mir:<br /><br />...Pensieri. Il calore materno della fucina rimane soltanto un pensiero. Il respiro corto e il pulsare del sangue mi riportano in un attimo alla realtà: i miei compagni feriti attorno ed i corpi dei nostri assalitori cosparsi, esangui prima della gola di roccia. </span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-size:85%;" ><br /></span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Un nemico è fuggito, ed è prioritario che lo si fermi immediatamente.</span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-size:85%;" ><br /></span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Mi soffermo spaesato nella mancanza di consapevolezza di ciò che il fato ha deciso per noi "I Sussurri di Guerra".Posso solo sperare che Moradin renda pesanti come pietra i piedi del fuggiasco e che i due ragazzi della taverna spicchino presto il suo capo. </span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-size:85%;" ><br /></span><span style="color: rgb(204, 204, 204);font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Le mani scorrono veloci fasciando Millepiedi per una serie di motivi che forse una parte di me è ancora lenta ad accettare. Mi soffermo asciugando la fronte quando di colpo lo sento, il puzzo metallico del sangue ristagna nell'aria della notte, come se stesse soppesando il pensiero di andarsene lentamente come un'ospite mal voluto; ed è in quel momento che intuisco che quello è in realtà il modo della battaglia per darmi il bentornato...</span>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-67887531927365934042007-10-10T23:51:00.000+01:002007-11-01T13:44:07.418+00:00Pensieri di un ribelle<p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;">Chiudi la porta e maledici l’autunno.<br />La pioggia ti ruscella fin dentro i calzari e nemmeno lo spettacolo del tramonto, negato dalle nubi, ti solleva dallo squallore che ormai è la tua città. La chiamavano Città-sorella, sorella di una regina, ma a guardarla adesso di sfuggita fa pensare più che altro ad una vecchia baldracca senza più splendori, con l’alito che puzza e denti marci e storti. Però costa poco e non mancano clienti. Più da vicino invece si rivela per quel che è, una matrona ricca e grassa, dispotica e sleale, una padrona spietata e corrotta. Non fa differenza. Le strade di Melennor si infangano presto in cima alla collina e fiumi di melma calano oltre le mura, fino ai villaggi sottostanti, fino alla piana e alle rovine della città antica, nere come la pece. Niente più alberi attorno ai bastioni, la terra si inzuppa e corre a valle. Fa freddo, <i>per gli dei</i>, troppo freddo per essere Ottobre. Per le strade c’è chi non ha un riparo degno di questo nome, c’è chi muore, c’è chi ne gode. Tu invece hai la nausea. Il bello è che, mentre cerchi di ripararti con il mantello, non sai bene neppure tu chi incolpare, se i Suvri e il cataclisma che li ha portati, la crisi economica o il secolo dell’Impero o i Draghi…e poi quali Draghi? Siano maledetti tutti? Sia maledetta Tiamat? Oppure la tisi, che si è portata via due Lestatt in tre anni, mettendo sul trono un ragazzo undicenne che non sapeva tagliarsi la carne nel piatto? Svolti l’angolo e d’un tratto sai contro chi dovrebbero abbattersi i fulmini che illuminano le valli dietro Melennor. Si chiama Guardia Cittadina, ma è un branco di mercenari senza scrupoli. Codardi e vili per di più, visto che sono in tre a trascinare in ceppi un padre, un marito, di fronte agli occhi di una famiglia da sfamare. All’ora di cena. Pure maleducati. Sorridi, ma vorresti vomitare. Vomitare saette su Lord Kipper e la sua corte di adulatori del cazzo. Vorresti usare quello che sai fare per riportare a casa un uomo in lacrime e catene, che questo mese non ha avuto sangue da versare in tasse. Vorresti fare esplodere Melennor e ricostruirla da zero, mattone per mattone. Vorresti schioccare le dita e riportare quell’undicenne sperduto sul trono che gli spetta di diritto, visto che ora è un uomo non più incapace di reggere un coltello ed anzi, abile di spada e svelto di mente, dicono; ricco di spirito e di senso di giustizia. Ma non puoi farci nulla; passi oltre, giri l’angolo e ti lasci rinfrancare dall’insegna della taverna di Arhman. Quando apri il portone senti caldo all’improvviso, vedi un tavolo di persone tra cui riconosci degli amici, e d’un tratto ti rendi conto che varrà la pena rovinarsi la vita, nascondersi al mondo se necessario, rischiare l’osso del collo e sfidare l’ignoto. Varrà la pena persino perderla quella vita in cambio di un’occasione, anche solo un’occasione, di cambiare le cose.</span></p>Claudio Scaccabarozzihttp://www.blogger.com/profile/12744383330059202863noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8131067484547111203.post-50692030443162669322007-10-06T17:12:00.000+01:002007-10-06T18:24:08.889+01:00Cronologia di Nousia<span style=";font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >Parla Teleute:<br /><span style="font-size:100%;"><br /></span><span style="font-style: italic; font-family: trebuchet ms;font-size:100%;" >...Mi sto annoiando. La biblioteca è vuota, c'è puzza di muffa e da quando c'è stato l'ultimo colpo di stato non arrivano più libri. Sospetto che siamo governati da un analfabeta, oltre che da un tiranno...siamo sempre più isolati, ormai non entra e non esce nessuno da queste stupide mura che non porti cibo, armi oppure morti. Da quanto tempo c'è la guerra? Beh, quest'ultima da quando ci hanno di nuovo fatto scappare il re, ma non è che fosse tornato sul trono poi da molto....già, da quanto? Vediamo se me lo ricordo, vediamo se mi ricordo tutti i modi in cui le genti di questo continente sono riuscite a sprecare le loro vite in tutti questi anni....proviamo a scrivere tutti gli eventi: magari tutti vicini, in fila l'uno dopo l'altro, potrebbero persino rivelarmi un senso. </span><span style="font-family: trebuchet ms;font-size:100%;" ><br /></span><span style="font-style: italic; font-family: trebuchet ms;font-size:100%;" >Da dove parto? </span><span style="font-family: trebuchet ms;font-size:100%;" ><br /></span><span style="font-style: italic; font-family: trebuchet ms;font-size:100%;" >Beh, come sempre, si parte dal Nous...</span><br /><br /><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -412</span> Anno dei sogni di Mel Saggio scriba e del ritrovamento da parte sua del Nous, il testo della rivelazione, fonte di tutti gli odierni culti e della conoscenza della struttura della Ruota.</span> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -328</span> Patto di Montevetro. Fine della Guerra delle Alture, belligeranza secolare tra i Nani e gli Elfi.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><o:p></o:p><span style="color: rgb(51, 204, 255); font-weight: bold;">Anno -301</span> Alleanza del Bosco del Canto. I Nani di Montevetro e Gli Elfi delle Foreste Eterne affrontano l’avanzata delle Orde di Lolth.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(51, 204, 255); font-weight: bold;">Anno -270</span> Tributo dei Cuori. Udar Quilibet, sommo sacerdote di Moradin del tempio di Montevetro scambia le reliquie propiziatorie con Neldoreth Terz’Occhio, Primo comandante degli Arcieri arcani della Cittadella del Canto e condottiero degli Elfi delle Foreste Eterne. Entrambi recitano di fronte ai propri popoli la promessa di concordia, ognuno nella lingua altrui. Da quel giorno sui vessilli delle due più importanti casate Elfiche e Naniche, compare il medesimo stemma del Ragno Incatenato. Leggenda vuole che Moradin fosse presente sotto le spoglie di un vecchio ma possente nano e Corellon con le sembianze di un fanciullo elfo armato di arco e daga.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -215</span> Fondazione di Lestattia, la prima Città degli uomini. Inizio del processo di civilizzazione delle tribù umane.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -198</span> Proclamazione del regno di Lestattia.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(51, 204, 255); font-weight: bold;">Anno -182</span> Fondazione di Delmot, la “Città delle Genti”, futura capitale di Kelebeck.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(51, 204, 255); font-weight: bold;">Anno -181</span> Guerra degli Armenti. Lem “Cuoreazzurro” Lestat , fratello di Re Vanad Lestat, assurge alla testa delle tribù indipendenti del nord.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -176</span> Patto delle Forbici. Re Adam Lestat, figlio di Vanad, riconosce alle tribù i territori umani del Troclàr e le Scogliere di Giada. </span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -174</span> Proclamazione del Regno di Kelebeck “alleanza” in antico Nousiano.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(51, 204, 255); font-weight: bold;">Anno -160</span> Approdo dei Darmun dal continente occidentale. Inizio della colonizzazione degli Altipiani e della Valle Crescente. Ania Alivento pone la prima pietra di Portoverde.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -158</span> Morte di Ania Alivento, colpo di stato dei Conquistatori Darmun ed inizio della fase aggressiva della colonizzazione. I Darmun scacciano dai boschi tanto Orchi e Goblin quanto le tribù di Elfi Selvaggi. Gli Elfi di Lunardente, gli Gnomi di Larga Gola e contingenti dell’esercito di Kelebeck si oppongono all’avanzata Darmun. Inizio della Guerra del Vallo.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(51, 204, 255); font-weight: bold;">Anno -153</span> Distruzione di Portoverde ad opera dell’armata infernale di Tok-dar. Prima manifestazione demoniaca di massa registrata nelle cronache. Fine della Guerra del Vallo. Morte di quattro dei cinque Conquistatori Darmun. Theo Alivento guida la riscossa Darmun con l’appoggio degli antichi nemici. Inizio delle Sante Battaglie.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -149</span> Sconfitta di Tok-dar e firma del Concordato di Marmo. Inizia la ricostruzione delle città Darmun, destinate a dar vita alla Federazione Occidentale.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -130</span> Assemblea di Passo Squama. Fondazione della Federazione Occidentale delle città di Portoverde, Città dei Pioppi, Netralimar e Freddi Rifugi.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -129</span> L’urlo di Tiamat. Il più grande terremoto che si ricordi si abbatte sui Bastioni di Granito, abbattendo una parte della catena montuosa e con essa le Creste Splendenti, luogo sacro dei Draghi d’Argento. Muore nel crollo Telesimar, l’Antico dei Draghi d’Argento, insieme a parte della sua famiglia. Telestor, suo figlio, guida l’insurrezione della razza argentea contro i nemici Draghi Rossi. Di qui ha inizio la Danza dei Draghi, conflitto fra cromatici e metallici che infuocherà Nousia.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -125</span> Melennor, la seconda più grande città di Lestattia, viene devastata durante uno scontro tra Draghi. Non valgono a calmare la popolazione evacuata le scuse dei Draghi buoni vincitori e superstiti. Episodi di questo genere si sono già ripetuti in passato, ma avevano riguardato villaggi, mai grandi città.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -124</span> Re Alcor Lestatt II, nonostante l’opposizione del suo consigliere, il chierico di Pelor Nicholas Felucar, dichiara guerra all’intera razza dei draghi, rompendo l’antica amicizia con i Draghi metallici, per difendere la popolazione, sempre più spesso vittima della furia cieca dei duelli fra i colossali rettili. I rari templi di Bahamut vengono attaccati o allontanati dalle città.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -123</span> La Federazione occidentale prende decisioni similari a quelle di Lestattia. Solo Atridis Hooga, Re di Kelebeck, non nega asilo ai Draghi metallici. Squadre di cacciatori di Draghi vengono formate in tutte le regioni. Intere cucciolate vengono distrutte. </span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -121</span> Guidata dalla comunità dei Druidi e dall’esercito di Kelebeck si forma un’alleanza trasversale tra razze e stati di dissenso nei confronti dei decreti di bando dell’intera razza dei draghi. In tutta Nousia si creano unità di combattimento autonome o si raggruppano veri e propri eserciti di appoggio ai Draghi Metallici e cacciatori di Cromatici. Il continente è più volte sull’orlo della guerra civile.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -118</span> Colloquio di Melennor. Durante le prime fasi della ricostruzione di Melennor, giunge da est una carovana di mercanti. Recano grandi quantità di gemme e monete di platino. Re Alcor II li riceve per onorarli del proprio ringraziamento. Quattro di loro si rivelano Draghi di Rame. Uno di essi è Yggra, Anziano della propria razza, giunto con doni e scuse, ed offerte d’alleanza. Re Alcor, dopo due giorni di colloquio, revoca gli editti di bando. Questo gesto costa ad Yggra il disprezzo di molti Draghi Buoni, la maggior parte dei quali aveva posizioni meno indulgenti nei confronti degli stati avversi. La sua umiliazione pacifica tuttavia gran parte del continente.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -117 </span>Termine della Danza dei Draghi. La ritrovata coesione degli stati di Nousia pone fine all’aggressività dei Cromatici.<o:p> </o:p></span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -110</span> Notte dei Fiumi Lucenti. Dalle città delle Piane Brulle, la notte del 12 Marzo, si avvistano fiumi di luce calare dalle valli del Grigiomuro. Solo il giorno successivo si riveleranno essere torce e falò degli accampamenti delle orde dei Suvri, popolo nomade sospinto a nord del Grigiomuro da un’ignota calamità. Il 13 Marzo schiere militari formate da un’intero popolo in movimento invadono villaggi e città delle Piane Brulle. Inizia la Guerra di Dominio.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -104</span> Dopo un intero anno di assedio, cade la città di Lestat. Re Deomund Lestat cede il trono a Narva, uno dei capi Suvri. Leggi razziali vengono imposte, sporadiche rivolte sono sedate nel sangue. Tutti i culti vengono espulsi dalle città e relegati a poveri templi spesso comunitari, tranne quello di Hextor.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -102</span> I Suvri calano su Delmot. Il capotribù Elwa applica gli stessi criteri di Narva.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -101</span> Durante l’inverno chiunque abbia mezzi economici sufficienti varca i confini di Kelebeck e Lestattia per cercare asilo nei territori della Federazione, o quel che ne resta, visto che i suoi territori meridionali sono già occupati dall’invasore. Il freddo sembra bloccare l’avanzata dei Suvri, popolo del sud che mal si adatta ai climi rigidi. Netralimar, Freddi Rifugi e Città dei Pioppi restano isole di indipendenza Nousiana. Il resto del continente è costretto ad un odioso dominio razziale.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -100</span> Dopo un duello durato due ininterrotti giorni, Narva uccide Elwa e si dichiara Imperatore di Nousia, acclamato dall’assemblea armata dei Cavaliaeri di Sangue. Inizia il Culto degli Imperatori. Narva è il primo Monarca\Dio della dinastia Imperiale. Elfi e Nani si ritirano nei loro territori con l’intenzione di difenderli con ogni mezzo. Per decenni non si mostreranno alle altre razze se non in situazioni di belligeranza. </span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -72</span> Editti di Tolleranza. Dawa dei Suvri vara la costituzione imperiale accogliendo molte delle forme di governo di Lestat. Le grandi famiglie dei Nousiani vengono ammesse a cariche politiche ed amministrative. Non si assiste ancora tuttavia ad una parificazione dei diritti dei sudditi. </span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -64</span> Caduta del Monarca\Dio. Marwa II viene ucciso durante la Congiura delle Siepi. Nor Acquachiara, dopo essere riuscito a pugnalare il tiranno, viene giustiziato insieme a tutti i suoi compagni. Fine del culto del Monarca\Dio. Altri culti riammessi entro le mura cittadine. Primi segni di integrazione Suvri dei costumi Nousiani. </span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -51</span> Primo dei tre Cupi Inverni. Tre inverni consecutivi di insolita rigidezza che mettono in ginocchio le popolazioni Suvri stanziate più a nord. La Federazione riconquista parte dei territori occidentali.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -46</span> Scoppia la Peste Bianca. Gran parte della popolazione Suvri si ammala di questa forma endemica tipica di Nousia. Moltissime le vittime.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -44</span> Sorge il Movimento della Dispora. Alla guida degli anziani, ministri del culto Suvri, una parte della popolazione legge gli ultimi anni come una punizione degli antichi dei. Gruppi di invasori preferiscono affrontare il viaggio di ritorno attraverso Grigiomuro, piuttosto che rimanere a Nousia.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -30</span> La Federazione riconquista Portobianco</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="color: rgb(51, 204, 255); font-weight: bold;">Anno -23</span> Riconquista di Delmot.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno -1</span> Scontro frontale tra l’esercito Suvri e quello di Liberazione. Sconfitta definitiva degli invasori e dei loro sostenitori alla battaglia delle Piane di Grell. La Urwa IV abdica e dichiara il Disonore del Popolo. Gran parte del popolo Suvri si ritira oltre Grigiomuro.</span></p> <p class="MsoNormal" style="font-family:trebuchet ms;"><span style="font-size:85%;"><span style="font-weight: bold; color: rgb(51, 204, 255);">Anno 1</span> Rifondazione del nucleo del regno di Kelebeck sotto il regno di Brian Wreth detto il Triste, condottiero dell’esercito di Liberazione. A parte questo piccolo stato, ombra di quello d’un tempo, ed esclusa la sopravvissuta Federazione Occidentale, il resto del continente si organizza per città-stato e piccole aree di influenza politica. </span></p> <span style="font-style: italic;font-family:trebuchet ms;font-size:85%;" >...e poi a Melennor riescono a tornare i Lestat e nonappena cominciamo a ricostruire il regno salta fuori quest'altro branco di avide scimmie ignoranti adoratrici di Hextor...no, non c'è equilibrio in tutto questo, nè senso. Topi che si contendono un buco nel granaio ed ormai del granaio restano solo macerie e spazzatura. Lestattia è distrutta....ma basta, sto diventando troppo triste. Vado a cercarmi una lettura distensiva...."Tutte le erbe di Nousia", per esempio...</span>Teleutehttp://www.blogger.com/profile/00294549079266332547noreply@blogger.com0