domenica 4 maggio 2008

Vecchia Melennor

Parla Lieve:

Di questi tempi non c’è quasi nessuno in giro per Melennor durante la giornata. La Città Nuova è piena da scoppiare dal tramonto all’alba, ma di giorno sono tutti ai piedi delle colline, attorno o poco all’interno di Vecchia Melennor, per assistere alle celebrazioni in onore dei morti. Ieri ci sono stata anche io, con Li, Komier ed Antar, in mezzo ai pellegrini a penzolare dalla coda dei chierici di Pelor e di Wee Jas. Oggi, invece, ho fatto solo un giro in mattinata per poi tornarmene qui, a guardare lo spettacolo dall’alto delle mura. Nel silenzio del mezzogiorno di una città vuota, sentivo i cori e le litanie portate su dall’aria fredda dell’autunno, ma la folla accalcata sotto la Porta Sud quasi non si vedeva: la Città Vecchia è grande, grandissima, quasi come l’antica capitale del regno di Lestattia ad immagine e somiglianza della quale fu costruita e quando il sole è alto e la giornata è tersa splende, come se ancora le cupole dei templi fossero coperte d’oro e di ceramiche smaltate, come se torri e guglie continuassero a tendersi verso il cielo, ricamate nella pietra come merletti ed istoriate di pietre dure, bella come solo la Città Sorella della capitale poteva essere. Purtroppo però, basta che s’allunghino appena le ombre o sulla valle galleggi un velo di foschia che la fonte di tanto splendore si rivela in tutta la sua tristezza: sull’antica, dorata Melennor hanno combattuto i draghi, due draghi antichi, per la precisione. A quel che resta delle altissime, possenti mura non rimane altro da proteggere che un groviglio di rovine lacerate e nere per il fumo degli incendi, di pietre che il calore folle del fuoco dei draghi ha fuso e trasformato in una poltiglia simile a vetro, che a mezzogiorno riflette la luce come gemme ed al tramonto s’infiamma come l’eco dei fuochi che quattro secoli or sono devastarono la città.
E’ stato il più grande sterminio di massa della storia recente, dovuto a qualcosa di diverso da una guerra. Forse gli elfi ed i dotti ricordano qualcosa di più antico, ma per molti uomini è stato il massacro peggiore e basta, nonché l’origine dell’odio indiscriminato per i draghi che ancora oggi unisce buona parte delle genti dell’antico regno.
Entrare a Vecchia Melennor è consentito solo durante i riti, ma se pure fosse diversamente noi della città sulle colline non vorremmo mai metterci piede, non senza un centinaio di chierici almeno ad aprire la strada: circolano brutte storie, storie di nebbie che ti portano via tutta la voglia di vivere nella luce di questo mondo, della rabbia dei morti verso tutto e tutti, verso i draghi, gli dei e noi che respiriamo ancora. Certo, sono le classiche brutte storie ed io che so qualcosa di come nascono non ci dovrei dare troppo peso, ma due giorni fa, mentre noi ci lasciavamo alle spalle la strada che scende dal Passo del Verme, durante le celebrazioni un non morto è effettivamente comparso nella Città Vecchia. Dai racconti deduco che era una cosa cianotica e triste, che Teleute ha facilmente identificato con un ghast: i chierici di Pelor lo hanno fatto letteralmente scoppiare. C’è stata gente che l’ha considerata una parte dello spettacolo, una manifestazione della gloria di Pelor, per quanto non riesca a vedere che gloria ci sia in un plotone di preti che fanno fuori una sola, misera creatura, ma il giorno dopo i cadaveri ambulanti erano due ed oggi sono stati quattro e qualunque persona di buon senso, anche se non conta troppo bene, vedrebbe che questa è una progressione preoccupante. Il contatto della Resistenza nei ranghi della chiesa di Pelor, tale confratello Lein che mi sembra davvero di aver già visto da qualche parte, dice che il suo capo sospetta sia stato trafugato qualcosa dai sotterranei della città, forse un’antica e preziosa spada vampirica chiamata Sakki, la cui lama ritrova filo e potere a dispetto dei secoli bevendo sangue versato per vendetta. Il furto di questo gradevole oggetto potrebbe aver infastidito
qualcosa ed avere innescato questa improvvisa e crescente proliferazione di non morti, perciò, temendo che il nostro amato despota lord Kipper possa non essere estraneo ai fatti, Skid ha deciso di mandare qualcuno a fare delle ricerche. Chi sa chi...
Cerco di pensare al filo della spada di Antar, ai pugni di Lì, a Elanor, con i suoi dardi di luce che non mancano il bersaglio ed al rumore familiare dello scatto della mia balestra, penso a Komier, così a suo agio nelle ombre ed al fatto che abbiamo due chierici con noi, ma poi mi viene in mente che ne avrei voluti cento e non sono contenta. Non sono per niente contenta.
Entreremo sta notte, per non farci vedere ad arrampicarci sulle mura ed io sarò la prima a tentare la scalata, per aiutare gli altri a salire con le imbragature di corda preparate da Elanor. Già sento il vento gemere attraverso le finestre cieche e so che ogni ombra mi sembrerà viva ed ogni stella riflessa dalla pietra vetrosa sarà come l’occhio invidioso di un morto.
Non mi va, proprio non mi va di entrare a Vecchia Melennor.

(...)

Divelta, spezzata dai draghi infuriati
graffiata dal corno di artigli affilati
muore o riposa, sotto le colline
la Città Sorella, ridotta in rovine.

Chi osa violare quel luogo stregato?
Qualcuno che sia folle, o disperato!
Chi sfida il capriccio della dea Fortuna
nella perduta Melennor, sotto la luna?

5 commenti:

Claudio Scaccabarozzi ha detto...

Sono una merda. Nonostante il post sia davvero bellissimo, il mio primo pensiero alla fine della lettura è stato:"Peccato, i versi hanno la metrica sbagliata". Uffa.

Lieve Cuorazzurro ha detto...

vorrà dire che ti farai perdonare insegnandomi:ad orecchio mi sembrava girasse abbastanza, ma temo che mi manchino le nozioni di base :P
PS: quando l'ho corretto, però, voglio dei PX per l'interpretazione hihihi...

Claudio Scaccabarozzi ha detto...

Per darti un'indicazione, comunque vaga, posso darti il numero di sillabe di ogni verso.

12,12,11,12
12,12,12,13

Midir del Clan Volund ha detto...

Laggiù c'è l'ombra e ancora altro ma non temere noi chierici cercheremo di bastare per cento...Ps. quanto ai px Midir protesta vivamente :)

Claudio Scaccabarozzi ha detto...

Strano...Midir dovrebbe sapere benissimo che il master è una carogna impestata e che non regala punti esperienza alla prima poetessa che transita. :P