Parla Elanor...
Il fuoco della torcia crepita, mescolandosi al sommesso russare del nano addormentato poco distante. Il freddo umido della grotta mi penetra nelle ossa indolenzite… da quanto tempo non dormo in un letto? Non ricordo…forse è passato troppo tempo, o forse troppe sono le vicende accadute… i fatti si accavallano l’uno sull’altro…i ricordi si mescolano, la paura, la confusione l’ansia per ciò che sarà sbiadisce i ricordi e annebbia la mente. No Elanor, la tua forza risiede nella tua mente, non lasciare che i sentimenti ti attanaglino, non permettere al Caos di piegare i tuoi pensieri. Concentrati…non lasciare che la mente vacilli, medita…
Chissà cosa sta succedendo là fuori, da ormai quasi una luna sono fuggita da Melennor e dal mostro, il regime..quel regime che mi ha portato via tutto, come ha fatto con tutti coloro che come me sono fuggiti…o sono morti. Melennor, la Città Sorella…che come me porta nel proprio nome il segno del Sole. Ma quale sole risplende ormai su di noi e sulla nostra città? Nessuna luce rischiara più il cielo, quel cielo oscuro e gonfio di pioggia che mi osservava minaccioso mentre fuggivo… si stende ancora nei miei ricordi, davanti agli occhi della mente. Mentre il fango rendeva sempre più faticoso ogni passo invischiando le mie caviglie, mentre la pioggia mi chiudeva gli occhi e mi incollava le vesti addosso, sentivo il peso della sacca di cuoio che avevo con me e che rappresentava l’ultimo piccolo frammento della mia vita, l’ultima traccia di ciò che fu…i miei libri, la fonte del mio sapere…. I pochi che sono riuscita a salvare dalle fauci bavose del mostro…
due giorni dopo...
Apro gli occhi..per un attimo cerco con gli occhi i giunchi che facevano da tetto a me e a Seirei, in quella sperduta valletta chiusa al di fuori della grotta…la piccola donnola è come al solito appallottolata sotto l’incavo del mio braccio respirando silenziosamente addormentata. In un istante tutto mi torna alla mente e nitidamente ricordo: non sono più in quella angusta valletta deserta, non sono più in quell’umida grotta popolata da creature fetide…non sono più sola. Ho incontrato quella gente che mi aveva fatto così paura, all’inizio… che mi era sembrata tanto strana, poi…e che è invece così simile a me, ora. Ho incontrato qualcuno che non si è arreso, che come me vuole fare qualcosa, ora forse, non più sola, anche io potrò fare la mia parte.
Giro lentamente la testa: dall’altra parte della stanza nel letto rannicchiata sotto le coperte dorme Teleute: quella ragazza…anzi no, quell’elfa, mi era apparsa tanto indagatrice e misteriosa all’inizio, ma forse era solo colpa mia e dei miei stupidi pregiudizi. Non era indagatrice, era interessata, non era misteriosa, solo schiva… forse è l’aura degli elfi che me l’ha fatta apparire così… E’ molto simile a me…e possiede tutti quei libri…forse, ora, potrò continuare i miei studi…forse tra tutti quei volumi, sono nascosti libri di magia, come quelli che ho dovuto abbandonare nella casa di mio padre…
Lentamente mi alzo rabbrividendo al tocco gelido del mattino; allungo una mano verso i miei libri: appoggio il palmo sulla copertina di pelle screpolata e ammuffita del mio libro degli incantesimi, unico superstite…dove saranno tutti gli altri…forse bruciati..o forse a fare da lettiera alle bestie schifose compagne di quegli esseri immondi, indegni del nome di uomini, che ci hanno gettato nel caos…
Apro lentamente le chiusure del pesante tomo che porto sulla ginocchia; sento nelle narici l’odore acre, ma così familiare, della carta consumata che sento scivolare sotto le mie dita. Inspirando profondamente richiamo tutte le mie forze e socchiudendo gli occhi mi immergo nella meditazione, mormorando a labbra serrate il saluto a Boccob…
3 commenti:
brava bionda...che carina la donnola! Quatto, giusto? O era rikkitikkitavi?:P
Eva
Non è Seirei?
Vero come la pietra amica Elanor. La roccia può cambiare...
Posta un commento