lunedì 12 novembre 2007

Alla gola dei Passeri

Parla Mir:

Di Guardia in attesa.
Siamo degli estranei in questa gola, perfino le rocce avvertono la nostra presenza e come miti guardiani attendono: poche parole, un nostro gesto, le balestre gementi vengono caricate.
In attesa: Komier da un lato della gola e io dall’altro.
Passano ore in cui odiamo soltanto il sommesso suono sporadico delle nostre voci.
La notte risuona melodica nel bosco alle nostre spalle mentre ogni particella del nostro essere è protesa verso la bocca della gola nell’attesa degli altri “Sussurri”.
Dove sono finiti i “Sussurri”? Sono passate ore e non colgo nessun segno del loro possibile ritorno, e questo significa solo due cose: i ragazzi hanno acchiappato il mago fuggitivo e stanno tornando oppure quel codardo incantatore ha trovato qualche modo per scappare via. Volando?
Lasciamo che il tempo quieti questi tarli, il tempo lo fa sempre…

Tamburi.
Altre ore e qui non si vede ancora nessuno. Un rombo, no passi e.. tamburi! Dietro di noi!
Fra gli alberi ad alcune centinaia di metri sentiamo muoversi un gruppo di persone…sembrano un esercito.
Uno sguardo e Komier ed io ci lanciamo nella gola nebbiosa consci che dove ci trovavamo non c’era nulla per occultarci, almeno non da così tante persone.
Komier incespica dietro di me, per Moradin! Gli umani non vedono al buio me ne dimentico sempre. La luce della torcia ci renderebbe bersagli, se già non lo siamo, quindi lo prendo per il braccio e lo guido senza luce. Sì mi segue. Ce la possiamo fare.

Diavoli, mi viene da pensare che i nostri inseguitori abbiano alle spalle i padroni con le fruste! Non so da quanto camminiamo, ma quelli non demordono.
Passi regolari e leggeri, sferragliare sommesso. Diamine! Questo è davvero un esercito.

Il sonno.
Sono passate alcune ore, almeno penso. Nelle ossa sento che fra qualche ora albeggerà e stremati ci riposiamo. Il tepore del sonno mi avvolge come un veleno stordente…che ne è dei ragazzi? A parte Teleute, l’Elfa che vede come me l’età a modo suo, gli altri sono tutti giovani, forse troppo… Per gli umani la vita scorre in modo diverso, ma che ne è della promessa che mi ero fatto di stare loro accanto con la mia esperienza tratta da un vita già lunga? Che ne è dei propositi che mi ero fissato di affiancarli e guidarli se necessario con quello che la vita mi ha già donato? Mi sento in debito… Non ha senso che ora il pensiero mi tenga desto, ho poche ore di riposo e domani devo essere lucido e pronto, e se Moradin lo concede potrò essere d’aiuto anche ai miei compagni. Chissà…

Il sole.
Il risveglio ha l’effetto di un dopo sbronza. Komier è piuttosto pallido, ma non mi preoccupo: il ragazzo è uno di quelli che ha mille risorse. Supplico Il Padre di infondere in me la sua benedizione e forse mi ascolta: la valle avvolta nelle nebbie si rischiara permettendoci di vedere oltre le nubi basse. Per il Padre! Dove è finito quell’esercito? Nessuna traccia, eppure un armata di almeno cinquecento uomini dovrà pur lasciare qualche segno?! Forse sto davvero diventando vecchio…
Poi Komier mi chiama: vedo una baracca sull’altro fianco della valle. Magari chi vive lì ha visto i ragazzi.

Il movimento armonico del cavallo mi riporta alla realtà, abbiamo svaligiato una casa vuota: coperte, vino, cibo e due cavalli, fra me e me voglio pensare in prestito…

La grotta.
La prima grotta più giù nella valle era cieca, ma questa seconda ha un ventre profondo e per nulla caldo. Komier è sempre più pallido, gli offro un goccio, ma rifiuta. Capisco che se chiedessi altro offenderei il suo orgoglio, quindi taccio e penetro nella grotta. La balestra spianata nella mano, appoggiata sul bordo dello scudo, e gli occhi che scavano nell’ombra rischiarata della torcia tenuta da Komier.
Nel cunicolo si trovano i resti di un pasto di qualche animale, non sembrano le ossa dei miei compagni…
Rumori. Bene! Qualunque cosa sia li accoglieremo. La torcia si spegne mentre una luce si incammina verso di noi. Passi leggeri e pesanti. Sono almeno in due, due che presto assaggeranno il mio acciaio.
Per fortuna riconosco i ragazzi della taverna proprio mentre sto per uscire da dietro una roccia caricando. Sono loro li abbiamo trovati.

Insieme.
Mi sento un po’ padre mentre leggo il sollievo seguito dalla preoccupazione ci cosa ci ha condotti qui sui volti degli altri “Sussurri”. Poche parole e tutto è chiarito: ora sanno perché siamo qui e noi scopriamo che il mago bastardo è scappato nelle viscere nere della caverna. Li guardo in faccia in qualche modo disteso di saperli incolumi: la caccia ricomincia.
La caverna è nera davanti a noi, ma non provo agitazione. Mantengo la calma, è il momento di non lasciarsi andare alla fatica.
Lasciamo che il tempo faccia il suo gioco, il tempo lo fa sempre…

3 commenti:

Lieve Cuorazzurro ha detto...

Bravi Lele e Gio, così quello che è successo dall'inizio dell'inseguimento fino alla grotta è scritto.
Continuate così che alla fine mettiamo tutti i post in ordine cronologico, così magari potremmo far leggere qualcosa anche a chi non gioca con un pò di speranza che possa seguire la storia :)
Master, per il resoconto dell'ultima sessione aspettiamo di riposare...altrimenti come fanno i nostri personaggi a prendere in mano il diario per scrivere?
Eva

Claudio Scaccabarozzi ha detto...

Corretto, corretto eva.

Anonimo ha detto...

Grazie Lieve :-)