mercoledì 12 marzo 2008

Padre

A volte la mente fa scherzi e rende meno sopportabile lo scorrere del tempo, ora che non ci sei più. Una volta mi scrivesti di intuire quello che può provare un padre nei confornti dei figli dato che in parte lo provavi per i "Sussurri". Sembra uno scherzo che per avere figli un nano come te dovesse viaggiare fuori dal clan finendo nello sfasciume di Melennor, quando in realtà un disegno ingiusto ti ha privato della bella Dora...

Ed eccomi qui, sdraiato su un pavimeno di pietra, coricato fra i sussurri. Fisso il soffitto di questa desolata prigione che fu un tempo lavorato dai delicati elfi di questa regione, le volte sfumate sembrano essere testimonianza dell'eredità sprituale di questo luogo, a dimostrazione di quanto gli avvenimenti di un tempo possano influenzare (almeno in parte) il suo futuro...era un luogo di dolore e sconforto ed ora grazie a noi almeno di dolore lo è ridiventato...questo mi fa chiedere se c'è qualche cosa di sbagliato in tutto questo...

Mi rigiro nel sacco mentre il sonno non m'incontra ancora per causa di questo flusso di pensieri...mi ritrovo a guardarli uno ad uno...a parte l'elfa, questi ragazzi sono appena adolescenti per i canoni dell'Antica Razza, e per il Padre, mettono una tale passione in quello che mi pare di poter avvertire una traccia che galleggia appena nell'aria che come un colore (o come diciamo noi Nani, di minerale) si lasciano dietro a risposta delle loro azioni...Vedo la Giada Lavanda, con le sfumature di verde e porpora che galleggia dietro Aleza e sento il flusso della sua magia spumeggiare come le acque di un torrente di superficie, vedo i toni caldi e selvaggi toni ambrati di Antar, vedo il porpora proprio di chi ha la voce della barda Lieve, i toni metallici come quelli dell'ematite vibrano dalla bocca alla ricerca di sapere di Teleute, su Elanor i toni verdi e rossi propri come ben sai, di chi maneggia la magia della morte, i toni caldi dell'Eliodoro su Li che pulsano violentemente dal suo Ki, i toni vitrei dell'ossidiana Arlecchino dietro a Komier che vibra leggero con mille sfumature fra il nero e il giallo dorato, simbolo di un anima che si sa adattare...vibrano come cristalli fratello mio, alcuni di loro germineranno un giorno, forse coltivando anche le proprie competenze e tramite esse...raggiungere loro stessi.


Fino a quando non li ho visti non capivo cosa intendessi nel senso paterno, ma ora inizio a capirlo e mi sento un po' padre guardando i loro giovani volti nascosti nel sacco...è vero fratello, eri padre ed ora...lo sono anch'io.